In un numero precedente abbiamo
pubblicato, a richiesta di un lettore, una lettura delle immagini presenti
nella chiesa di San Francesco di Costacciaro, che conferma pienamente dai
simboli riscontrati, che si trattò certamente di una chiesa dei Templari,
passata poi ai francescani. Il lettore non è un lettore qualsiasi, ma Euro
Puletti, un appassionato ricercatore del mondo misterioso dei Templari, di
cui possediamo alcuni testi, alcuni dei quali si riferiscono alla presenza
dei Templari sul Monte Cucco. Ci è sembrato quindi utile per gli
appassionati umbri aggiungere qualcosa a quanto già scritto per la chiesa
di San Francesco di Costacciaro, inquadrando l'insediamento con una serie
di osservazioni sulla zona citata. Il Monte Cucco, che sorge nella
provincia di Perugia tra i comuni di Gubbio e Fabriano, che non è più
Umbria, fu caratterizzato dalla forte presenza dell'Ordine del Tempio, di
cui conosciamo già l'insediamento di Sigillo, dove sono state trovate
delle pietre segnate con la Croce patente dei Templari. L'ultimo Gran
Precettore Templare per l'Italia si chiamava Iacopo di Montecucco e,
nonostante altri ritengano fosse nativo del Piemonte (esiste un Moncucco
piemontese), noi invece riteniamo potesse provenire appunto dal Monte
Cucco umbro, ricchissimo di presenze templari. Euro Puletti scrive che
presso Purello, località vicina a Borghetto e poco più a meridione di
Sigillo "alla fine del secolo X, in una località imprecisata, compresa tra
Purello (Villa Sancti Apollinaris) e Villa Scirca (Sirca) si ergeva un
castello di fondazione altomedievale, passato alla storia con il nome di
Ghelfone. E' assai probabile che esso fosse di proprietà dell'antichissima
ed illustre famiglia nobiliare De Guelfonibus, Guelfoni o Ghelfoni,
signori di Costacciaro e Colmollaro, dalla quale il maniero potrebbe aver
mutuato anche la propria specifica denominazione. E' altresì possibile che
quest'antichissimo castello, di cui si è completamente perduta la memoria
storica, possa essere identificato con gli imponenti resti di mura che
sorgono, ad oriente del paese Villa Scirca, sopra altrettante alture, il
Poggio de le Salare ed il Poggio degli Ortacci, facenti entrambi parte del
monte Sassubaldo. In quest'area doveva, infatti, sorgere un castello assai
vetusto, Castelvecchio, ricordato ormai più solo dal nome di un'abitazione
del paese. I Templari erano altresì insediati poco aldilà
dell'attuale confine tra Monte Cucco e Sassoferrato, nei siti di Perticano
e Casalvento, dove sorgono ancora oggi i centri di San Felice e poco più a
sud di San Nicolò. Euro Puletti, riferendosi ad un insediamento militare a
Pascelupo, che sta in Umbria di fronte ai luoghi citati di Perticano e
Casalvento, afferma che: "Non sembra affatto casuale la circostanza
secondo la quale il presidio militare di Pascelupo comincia ad apparire
citato in documenti scritti solo poco dopo la soppressione dell'Ordine
Templare. Si è, infatti, portati a pensare che, prima di tale data, i
Templari di Perticano e Casalvento, e forse dello stesso San Girolamo,
fossero ancora intenti a fortificare tali luoghi confinali... ". Noi
aggiungiamo che la presenza dei siti Templari che si rivela dopo lo
scioglimento dell'Ordine del Tempio dipende spesso dal fatto che quei
luoghi, prima templari, cominciano ad essere tassati, e quindi risultano
nei relativi elenchi perché devono pagare le imposte allo Stato e le
decime alla Chiesa, mentre come Templari ne erano esenti. "Persino le
testimonianze storico-documentarie certe della presenza di uno
stanziamento eremitico a San Girolamo risalgono al periodo immediatamente
successivo alla soppressione dell'Ordine dei Templari. Come si è sopra
accennato, soltanto un potente e ricco ordine militare, politico e
religioso, come quello dei Templari, poteva avere i mezzi finanziari per
erigere tra il XII ed il XIV secolo le imponenti strutture dell'eremo
primitivo, o medioevale, o pregiustinianeo che dir si voglia. Un presidio
militare di carattere unicamente secolare non spiegherebbe, infatti, la
necessità della costruzione di un sacello. Il cabreo, che si conserva
nell'archivio di Sassoferrato, mostra come l'Ordine religioso-cavalleresco
degli Ospitalieri di San Giovanni che in Italia ereditò i possedimenti e
molte delle tradizioni dei Templari possedesse talune proprietà a
Perticano e nei suoi dintorni. Una croce, scolpita in bassorilievo sulla
viva roccia dell'eremo, sembrerebbe, inoltre, essere di apparente tipologia
templare." Il Puletti aggiunge: "Risulta significativa, in questo
contesto, la vicina presenza dell'importante e grandiosa abbazia di Sant'Emiliano
e Bartolomeo Apostolo in Congiùntoli, eretta originariamente per custodire
le reliquie del soldato martire Emiliano e di una santa donna con due
figli gemelli". In effetti il Puletti non precisa il perché egli
consideri significativa la vicinanza dell'abbazia di Sant'Emiliano, ma noi
aggiungiamo qualche altra considerazione che ci risulta per gli studi
fatti in Sardegna e dei quali vi daremo conto nel prossimo numero. |