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Anno VII° numero 237 4 luglio 2008 |
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Prove di soccorso alle grotte del Monte Cucco La Comunità montana testa la sicurezza in vista dell'apertura al pubblico ad agosto Ogni dettaglio è stato curato e pochi giorni fa alle grotte del Monte Cucco ha avuto luogo un'esercitazione di soccorso. L'apertura è prevista per agosto, quando turisti e appassionati potranno finalmente percorrerle in sicurezza. Prima di allora la Comunità montana ha voluto verificare il sistema relativo al soccorso nelle grotte, seguendo un protocollo preciso e ricreando una situazione d'emergenza in tutta la sua realisticità. Per seguire nel dettaglio il piano d'intervento per il soccorso alpino e speleologico della Prefettura è stata necessaria la collaborazione dei vigili del fuoco, del Soccorso alpino, del comando provinciale dei carabinieri e di quello della Forestale, nonché della Questura.
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"Dateci i nostri soldi" Biologico: i contributi alle aziende sono in ritardo I produttori locali: "Manca la liquidità Alla fine paghiamo sempre noi" di Gianluca Marchese I contributi comunitari in favore delle aziende agricole sono in ritardo. Come lo scorso anno. Un ritardo che colpisce soprattutto il settore del biologico. E non è un bell'affare per i produttori locali, perché questi soldi, vitali per le aziende, dovevano arrivare entro dicembre. Sei mesi fa. Invece nisba. "II settore ‑ spiega Giannina Giombetti dell'azienda ‘I Piani’ ‑ sta spingendo per farli arrivare, ma purtroppo non c'è stato ancora modo ed è un problema grosso. Meglio non pensare al fatto che non dovessero arrivare per niente...". Le difficoltà sono le più classiche del periodo: "I costi produttivi aumentano e con questa crisi le entrate non sono stabili. Così manca la liquidità". Assodato che questi contributi sono vitali, la signora Giombetti, però, sottolinea anche un altro fattore: "Per quanto riguarda i premi comunitari noi piccoli produttori subiamo un grande svantaggio. In pratica, i fondi da elargire a un'azienda non si basano sulla qualità del raccolto, ma sulla grandezza dei terreni". La conseguenza è logica: "Nasce una differenziazione tra produttori piccoli e grandi, che godranno sempre di un vantaggio. Ecco perché l'Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica, ndr) chiede di cambiare le normative all'interno del Piano di sviluppo rurale". Un Psr già aspramente criticato da più parti proprio in riferimento all’agricoltura biologica. "Se questo è lo 'sviluppo rurale', allora meglio niente", esordisce senza mezzi termini Maria Rosa Grillo, dell'azienda "I Trebbi". E non si ferma qui: "Ogni anno ne dicono una. Oggi spiegano che hanno fatto ulteriori controlli sulle superfici dei terreni e che i contributi ci sono, ma prima devono terminare questi controlli (il disagio deriverebbe anche da ritardi informatici sulle pratiche, ndr). Non sappiamo più a cosa credere. L'anno scorso dicevano che i ritardi (6 mesi, ndr) erano dovuti alla fase di cambiamento con l'entrata in vigore del nuovo Psr". Il punto cruciale, allora, resta sempre il solito: "Le conseguenze le paghiamo sempre noi. E sono grosse. Ci sono tante normative per cui devi pagare geologi e agronomi, devi rispettare scadenze, ma alla fine, trovi che i contributi che ti devono arrivano in ritardo. Così, però, non sono più un aiuto". Infatti, su quei soldi anche le piccole aziende costacciarole fanno conto all'inizio della programmazione delle attività: "Nel bilancio annuale li consideri, ma ora sono due anni che siamo ‘scoperti’ per sei mesi e magari ti ritrovi costretto a ricorrere a istituti di credito o banche e finisci per pagare interessi sui tuoi stessi soldi". Un bel paradosso. Anche la mobilitazione del settore biologico, intanto (oltre ad Aiab, sono scesi in campo Pro.Bio. e Legambiente), sembra aver portato buoni frutti: l'assessore regionale Liviantoni ha annunciato infatti che l'Agea (l'agenzia a cui spettano le erogazioni in agricoltura) corrisponderà alle aziende il 75% del dovuto entro la prima metà di luglio.
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