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Dal "Gorgo Marino" al Gorgo de l'Inferno" passando per la "Tana del lupo"Il Rio Freddo senza più segreti
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Scheggia e Pascelupo - Il secondo tratto della Forra di Rio Freddo: la "wilderness" del Monte Cucco. Oltre la parte relativamente ampia, inizia la seconda porzione della Forra di Rio Freddo. Qui il rapido e vorticoso torrente inizia a restringersi e salta in nuove cascate ed in profondi laghetti blu, prima di uscire dalle strettoie, proprio sotto all'Eremo di Monte Cucco, dopo circa tre chilometri di percorso all'interno del canyon. Il più bel gorgo del torrente è denominato "Gorgo Marino" dagli abitanti di San Felice, i quali, sempre nella forra (che i Pascelupani conoscono come "Bocca Nera"), ne conoscono un altro di simili dimensioni, che identificano, forse per la profondità del luogo in cui si trova, col nome di "Gorgo de l'Inferno". In questo singolare ambiente, fatto di ombre e di umidità perenni, si aprono diverse grotte, le più interessanti delle quali sono la "Voragine Bocca Nera", la "Grotta Bianca", e la "Tana del Lupo". Fu il Torrente Rio Freddo, molti e molti millenni or sono, che contribuì a formare le Grotte di Monte Cucco, scavandosi faticosamente il suo letto attraverso il duro calcare massiccio. L’ambiente rupestre ed umido della forra alberga diverse specie animali dalle singolari caratteristiche di comportamento. Fra i mammiferi spiccano il Lupo, che attraversa le tiepide pendici boscose della forra in cerca di cibo ed in esse si rifugia, il Gatto selvatico, e, forse, la Martora: i due più umbratili ed elusivi abitatori della forra. Fra gli uccelli, un posto di rilievo occupa l'aquila reale, che, di quando in quando, si rifugia negli anfratti delle pareti rocciose più elevate. Con l'aquila, si aggirano, fra le alte rocce, anche il falco pellegrino ed il Gracchio corallino, il picchio muraiolo ed il nibbio. Vicino al torrente, sulle rocce, vive il mérlo acquaiolo, qui nidificante, e la Ballerina gialla. Nelle grotte, ma anche nei boschi umidi e negli anfratti delle pareti rocciose, abita, numeroso, il geotritone, singolare anfibio cavernicolo, e, poco a valle della forra, nelle vicinanze dell'acqua, la rarissima salamandrina dagli occhiali, il tritone, il gambero di fiume, la trota fario. Quando l'uomo aveva già calcato il suolo lunare, si contavano ancora sulle dita delle mani coloro che erano scesi a calpestare i ciottoli arrotondati dal millenario lavorio delle acque del Rio Freddo, all'interno della sua concava forra. Si trattava di pastori e boscaioli di San Felice e Pascelupo, carbonai e pastori di capre, che percorsero quasi ogni anfratto della forra, andando persino a fare il fieno sulle sue meno scomode pareti, ed attraversandola sopra aerei e vertiginosi sentieri, costeggianti il filo di abissi di centinaia di metri, come il "Passo de Grotta Bianca". La valle del Rio freddo presenta un paesaggio multiforme e spettacolare; ambienti naturali con notevoli popolamenti animali e vegetali; un elemento storico, architettonico e spirituale veramente eccezionale: l'Eremo di San Girolamo di Monte Cucco o di Pascelupo. Euro Puletti |
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