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Studio sul primitivo luogo del
rifugio fatto dal fondatore dei Camaldolesi
L'eremo di Sitria ha un "antenato" a
Loco
Scheggia - Secondo quanto si desume
dagli scritti di San Pier Damiani, il primitivo eremo di Santa Maria
Assunta di Sìtria venne fondato da san Romualdo nell'alta valle del
torrente Artìno ("Arenti rivo), tra il monte Catria, il Fòria, il Nòcria e
lo Strega, nell'anno 1014 circa. Esso doveva essere, in origine, molto
semplicemente composto da una costruzione assai elementare e povera,
rappresentata da piccole celle di pietra e legname locali. Le fonti
scritte non ci hanno, purtroppo, tramandato l'indicazione del luogo esatto
in cui era ubicato tale romitorio, che doveva, comunque, senz'altro
sorgere a una quota maggiormente elevata rispetto a quella successiva
abbazia, eretta, tra il 1018 ed il 1020, in località "val de Sìtria. Per
giungere alla localizzazione, sia pure approssimativa, del vetusto eremo
dobbiamo, allora, ricorrere alla tradizione di Isola Fossara di
Scheggia vuole, infatti, che il romitorio "de san Romaldo" sorgesse in
località "Loco", quasi 500 metri più in alto dell'attuale abbazia e fosse
maggiormente dislocato verso nord-est, cioè con favorevole esposizione
sudoccidentale. La località "Loco" è costituita da un ripiano prativo, non
molto esteso, ed oggi diffusamente riguadagnato dalla vegetazione
aggettante sulla sottostante valle dell'Artìno. Prossima a tale località è
la zona della "Valocaia" distesa a circa 900 m s.l.m., il cui nome altro
non vuol dire se non 'Valle del Loco'. Stando sempre alle citate
tradizioni orali, dai terreni della località "Loco" emergerebbero molte
pietre, assai simili, per natura e lavorazione, a quelle che formano,
tuttora, la struttura muraria di fondazione dell'abbazia di Sitria. Si
vuole infatti, che, una volta abbandonato l'eremo primigenio, i monaci, o
i loro lavoranti, facessero rotolare le pietre che lo costituivano giù per
i fianchi scoscesi della montagna, o le facessero trasportare a valle con
asini e muli, per riutilizzarle, poi, in parte, nel costruire la nuova
abbazia. Venendo, ora, toponimo, "Loco", si potrebbe ipotizzare che esso
derivi dal latino "locus", "luogo", qui inteso, però, nell'eccezione
specifica di luogo religioso, o meglio, luogo dei frati, dei monaci, o
degli eremiti ("locus fratorum, monacorum, o eremitarum"). Sarà, comunque,
solo un più approfondito studio archeologico a poterci dire quale valore
abbia quest'antica tradizione orale popolare.
Euro Puletti
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