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Mercoledì 29 aprile 2009 | ||
Costacciaro E' stata inaugurata vicino a quella commemorativa della Grande Guerra Nuova lapide per i caduti di Villa Col dé Canali
Costacciaro - Ben 55 sono stati i figli di Costacciaro caduti nelle principali guerre del Novecento. Il 25 aprile scorso, 64° anniversario della Liberazione d'Italia, e giornata simbolo della riconquistata unità, essi sono stati tutti ricordati, quali martiri che si sono sacrificati per l'unità e la libertà d'Italia. A Villa Col de' Canali, in particolare, presso la lapide commemorativa della Grande Guerra 1915‑1918, verosimilmente inaugurata nel 1924, ne è stata scoperta una seconda, sottostante, più piccola, ed allineata alla prima, ma disgiunta da essa, lapide intesa a ricordare i caduti di Villa, in guerra, o per conseguenze di guerra, nei conflitti 1935‑1936 e 1940‑1945, vale a dire: Quirino Cinti, Antonio Berettoni, Guido Galli, Paolo Rughi e Giovanni Vivani. La nuova lastra, realizzata grazie anche al contributo finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che ha presenziato alla cerimonia nella persona del suo vice presidente dottor Giuseppe Depretis, risulta, visibilmente, molto somigliante, per tipo di marmo e caratteri romani impiegati, alla soprastante, opera di "Giuseppe Pericoli da Gualdo", ma sarà, altresì, da essa, storicamente ben differenziata. Cinque altri soldati villanti, mai prima d'ora accomunati da una memoria marmorea, saranno, così, tramite questa, menzionati e rimessi all'attenzione della popolazione tutta di Villa, quali vittime incolpevoli delle guerre del Novecento, un secolo che ha fatto scorrere interminabili fiumi di sangue per nulla. Apponendo questa nuova targa sotto al vecchio monumento ai caduti dello storico Palazzo Morelli, nato, proprio, all'inizio del Novecento, dal sapiente lavoro d'abili maestranze eugubine, si è, inoltre, voluto, quasi aggiungendo monumento a monumento, venire principalmente incontro ad un desiderio della popolazione locale, più e più volte espresso, specie dai parenti più stretti di questi cinque martiri, periti chi per febbri malariche nell'afa africana, come Cinti, chi per privazioni ed assideramento nelle steppe russe o ungheresi, come Galli e Rughi, chi per le conseguenze dell'affondamento della nave che li trasportava e della lunga esposizione alle gelide acque, come Vivani e Berettoni. Euro Puletti
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