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Incredibile scoperta al
passo del Cannone nella cavità del monte Cucco
Nella grotta una firma
vecchia 120
Costacciaro -
“Settembre; l’uva è fatta e il fico pende”. Così, con questo proverbio,
viene salutato, tradizionalmente, dalle nostre parti, l’arrivo del mese
settembrino, apportatore dei più dolci e
graditi frutti della terra, ha
voluto aggiungere quello, inaspettato, del sottosuolo del Cucco e dell’idefesso
lavoro di ricerca di un sol uomo: Mirko Berardi di Valdorbia del Comune di
Scheggia e Pascelupo. Mirko Berardi, unn valente speleologo del Cens di
Costacciaro, infatti, ripercorrendo, con “intelletto ed amore”, la sua già
tante volte “camminata” Grotta, ha notato, nei pressi del cosiddetto
“Passo del Cannone”, una nicchia naturale, all’interno della quale faceva
bella mostra di sé una grande ed evidente iscrizione, tracciata, in
stampatello miniscolo, con il nerofumo d’una lampada: Mengarini 1892.
Berardi uomo di notevole cultura, non ha, quindi, impiegato molto ad
associare scritta e data ad un famoso personaggio storico che prestò, a
Giambattista Miliani, il suo nome, proprio nell’aprile del 1892, per
battezzare la più bella e vasta sala della cosiddetta porzione turistica
della Grotta di Monte Cucco: Margherita Trube Mengarini. Rimane semmai, il
piccolo dubbio se la firma debba attribuirsi direttamente a Margherita o
non, piuttosto, al marito Guglielmo Mengarini, ai suoi tempi, noto fisico
ed astronomo di fama inernazionale, il quale, Mengarini, lo era per
antonomasia, senza bisogno di aggiungere alcun nome. Nel suo articolo “La
caverna di Monte Cucco”, pubblicato sul bollettino Cai del 1891-1892,
tuttavia, Miliani, che vi descrive per filo e per segno, la sua decennale
esplorazione alla Grotta, parla soltanto e solamente di Margherita
Mengarini, non facendo alcun accenno al marito. La scoperta avrà, certo,
immediato riscontro alla prossima presentazione del libro sulla Mengarini,
previsto, indicativamente, a Costacciaro, per la fine del mese di
settembre, e presso i suoi discendenti tutti, due dei quali, pronipoti
statunitensi, si chiamano, guarda caso, William, cioè Guglielmo, e
Margaret, vale a dire Margherita. Una scoperta e una curiosità che rende
ancora più interessante la grotta del Monte Cucco, le sue bellezze
naturali e la sua storia che si perde nella notte dei tempi e che per gli
abitanti rappresenta un patrimonio dal valore inestimabile.
Euro Puletti
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