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Costacciaro - Uno dei primi
e più autorevoli esploratori della Grotta di Monte Cucco fu il fabrianese
Giovanni Battista Casini. Abate, umanista e naturalista, nato a
Castelletta di Fabriano nel 1761, e dimorante nel monastero di San
Benedetto in Fabriano, Casini fu, probabilmente, il vero precursore
dell'esplorazione scientifica alla Grotta di Monte Cucco. Questi, infatti,
intinto com'era di cultura illuministica, dunque apertissimo alla scienza,
enunciò principi innovatori di geologia, geomorfologia, biospeleologia,
paleontologia e climatologia. Scrive Oreste Marcoaldi, nella Guida e
statistica di Fabriano del 1874: “Monte Cucco, appartenente al Comune di
Fabriano, Sassoferrato e Sigillo, ha come il Ginguno un magnifico antro,
di cui così parla il nostro Giovanni Batista Casini monaco silvestrino, il
quale visitollo. Ha questa caverna, che seppiasi, un solo accesso situato
alle falde, al Nord Est, del monte medesimo, forse ad un terzo di miglio
al di sotto della sommità, e non vi si può così facilmente e sicuramente
accostarsi per 1'ertezza del monte. Cotale accesso consiste in un foro di
12 o 15 piedi di diametro, che ingrandisce successivamente, e che
internasi quasi verticalmente all'orizzonte del monte medesimo per il
tratto di più di 90 piedi. Non è piccolo il pericolo di tal discesa e vi
vuol forza e coraggio non mediocre per superarlo. Sembrami che questa
discesa possa avere una qualche somiglianza alla celebre e preziosa grotta
della miniera di argento di Salseberit in Svezia, rammentata quasi da
tutti i naturalisti; anche in quella l'accesso è così spaventoso e lugubre
da inorridire qualunque più intrepido viaggiatore. Giunti al piano della
caverna vi è una galleria, che poco si estende nel davanti, e a destra, ma
che a sinistra apre un ampio adito ad una seconda galleria della prima
molto maggiore, lunga almeno 100 piedi e 50 larga ed altrettanto alta.
Ella è tutta incrostata di stallattiti molto massicce, ma che fanno un
aspetto gaio e piacevole. Questa seconda è terminata in fondo da un arco,
che si abbassa alla sommità sotto cui cammin facendo per piano inclinato
si passa ad una terza molto più grande, e maestosa per ogni verso la cui
direzione in rapporto alla seconda inclina a ponente. Anche qui sono
immense le congrezioni stallattitiche o calcaree. Questa terza galleria ha
siccome si disse misure assai più ample della seconda, né sarebbe così
facile sapere il preciso della sua altezza, che sorprende. Termina anche
questa per un arco sotto di cui si passa ad una quarta assai più
magnifica, e grande delle antecedenti tutte. Anche qui la direzione del
vacuo verge verso ponente sul primo, ma poi ripiega al mezzogiorno, ma
senza essere ristretta in guisa alcuna da altri archi. Ha certo molta
somiglianza per queste diverse sale alla grotta di Arcy in Borgogna a
quanto ne dice Bomar. Non può immaginarsi lo stupore, che reca il vedere
un vacuo così grande nelle viscere della terra. In alcuni luoghi la luce
di più fiaccole, che si portano nelle mani non è sufficiente a
rischiarare, e far visibile la volta per la sua grande altezza di più e
più centinaia e forse di qualche migliaio di piedi: particolarmente in
certi siti, ove la volta s'erge a guisa di cuppola altissima, e vi è
qualche probabilità che giunga sino alla sommità del monte. Per formarne
qualche idea può figurarsi un gran tempio di una lunghezza circa di un
miglio, tuttoché tal lunghezza non si possa determinare, poiché un
subitaneo sprofondamento di 20 o 30 piedi di altezza. Quelli che vi sono
stati vi hanno lasciato inciso il proprio nome, e vi è una memoria,
seppure non è falsa, del 1517. Da questo punto si vede avanzarsi la
caverna per gran tratto, e al fondo di essa si osserva una grande
oscurità, che farebbe dubitare di uno stagno d'acqua, se gettativi dei
sassi con forza, non dimostrassero, che la caverna si sprofonda più a
basso in profondissimi precipizi. Si può asserire con franchezza essere
questa una delle più grandi grotte di Italia note. Il clima siccome nella
celebre grotta di Bauman nel Ducato di Brunswick non è molto diverso
dall'esterna atmosfera, né vi si sente quel gran fresco nel grande estate
che si esperimenta nei cupi sotterranei. Se è difficile e pericolosa la
visita di questa famosa caverna, il piacere che dà la sua magnificenza
compensa bene ogni pena”
Euro Puletti |
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