La Gola di Frasassi
La
Gola
di Frasassi, lunga complessivamente 3 Km.,si caratterizza per una grande
presenza
di Calcare massiccio, risultato delle innumerevoli stratificazioni createsi
in circa 190 milioni di anni. Si tratta di una roccia molto permeabile,
sulla quale i movimenti geologici che sono all'origine della catena
appenninica hanno lasciato segni evidenti, ben visibili anche sui monti
Vallemontagnana e Ginguno tra i quali la gola si snoda. Nella struttura del
calcare massiccio si
creano
con facilità fenomeni
carsici, e ciò è tipico in tutta la
zona
di
Frasassi che, a detta
degli esperti, rappresenta una delle aree speleologiche più importanti
d'Europa. Lungo le alte pareti rocciose ha eletto dimora una coppia di
aquile reali, una presenza "antica", perpetuata nel tempo grazie ad un
ambiente incontaminato. Tutta l'area della Gola di Frasassi percorsa dal
fiume Sentino, associata ad una zona più vasta e congiunta, è stata infatti
costituita in riserva naturale per accordare protezione e difesa ad un
patrimonio di particolare bellezza e di naturale integrità.
La Scoperta
La
ricerca
sistematica nella zona di Frasassi
ha avuto inizio nel 1948, grazie all'attività del Gruppo Speleologico
Marchigiano di Ancona ma solamente dopo il 1966 le ricerche nella Grotta del
Fiume sono divenute più assidue fino a quando il 25 settembre del 1971
Rolando Silvestri ed altri componenti del Gruppo
Speleologico Marchigiano Club Alpino Italiano di Ancona, lungo le
pendici nord del monte Vallemontagnana scoprirono un piccolo imbocco che
conduceva in una minuscola sala.
Nulla di particolare se non fosse stato che da alcune fessure
delle pareti fuoriuscivano notevoli
correnti d'aria, una sorta di vento sotterraneo. Dopo alcuni giorni di scavi
riuscirono a fare breccia in una strettoia e di qui a scivolare in direzione
del ciglio di un vuoto dal quale lasciarono cadere un sasso. Il ritardo
dell'eco li fece rendere conto della profondita della grotta che calcolarono
oltre i cento metri,
una
cavità che avrebbero poi battezzato Abisso Ancona. La scoperta
suscitò grandissimo entusiasmo tra i
componenti del gruppo: la meravigliosa Grotta Grande del Vento di li a poco
sarebbe stata consegnata all'ammirazione dell'uomo. Per calarsi praticamente
dalla sommità dell'Abisso Ancona (foto a fianco), furono necessarie speciali
attrezzature e quando gli speleo anconetani toccarono finalmente il fondo
della grotta le luci misero subito in evidenza lo splendore e la singolare
bellezza di questo fantastico universo sotterraneo. Un universo che il
grande pubblico potè ammirare per la prima volta il primo settembre del 1974
quando si inaugurò ufficialmente il tunnel di oltre duecento metri, scavato
nella viva roccia, che rese possibile l'accesso all'Abisso Ancona e ai quasi
mille metri di percorso direttamente dalla Gola di Frasassi.
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