Anno VI° numero 195 30 giugno 2007

 

 

COSTACCIARO PRG E’ STATO PUBBLICATO SUL BOLLETTINO DELLA REGIONE E AFFISSO IN COMUNE

Piano regolatore, il tempo delle osservazioni

Altro passaggio importante in vista dell'approvazione del Piano regolatore generale, il nuovo strumento che regolerà l'attività edificatoria nel territorio comunale di Costacciaro indicando la rete principale delle infrastrutture, la zonizzazione del territorio comunale, gli spazi destinati a uso pubblico e le aree destinate a fabbricati. In data 12 giugno è stato pubblicato l'avviso di deposito del suddetto Prg sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria n. 24, parte III. Come da prassi da tale data decorrono i trenta giorni utili per la presentazione delle osservazioni da parte dei cittadini interessati. Queste osservazioni verranno depositate presso la segreteria del Comune e chiunque può prenderne visione ed estrarne copia. Entro dieci giorni successivi alla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni, chiunque ne abbia interesse può presentare una breve replica. Si ricorda inoltre che le tavole del Prg, parte operativa, sono affisse in Comune per la consultazione e le stesse, nonché le norme tecniche di attuazione, parte strutturale e parte operativa, sono pubblicate sul sito internet del Comune all'indirizzo www.comunecostacciaro.it, sezione news. Dopo le osservazioni le procedure impongono la fase delle controdeduzioni con successivi rigetti e accoglimenti. Il pacco viene poi trasferito in Regione. Il piano entra in vigore con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale il giorno dopo l'approvazione.

BICENTENARIO GARIBALDI

Convegno partecipato

La commemorazione nazionale indetta per celebrare il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, ha visto il Comune di Costacciaro impegnato venerdì 15 giugno con una conferenza dal titolo "Sogno e Segno dell'unità d'Italia a Castacciaro. Da Giuseppe Garibaldi ai garibaldini Alessio Vergari e Feliciano Bartoletti". Le relazioni sono state tenute in una sala San Marco gremita, dai docenti dell'Università di Perugia Mario Tosti e Romano Ugolini. Dopo i saluti del sindaco Rosella Bellucci, la parola è passata ad un’ospite d'eccezione: Vittoria Garibaldi, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria, nonché pronipote dell'eroe dei due mondi, ha parlato del suo rapporto nel tempo con la figura del grande bisnonno anche attraverso aneddoti familiari. "Iniziative di questo tipo, realizzate dai piccoli centri, assumono sempre un significato speciale, più intimo e vero". Una breve relazione finale dell'assessore alla cultura sui garibaldini locali, resa possibile in virtù della collaborazione di Carlo Vergari e Graziano Gambucci, ha concluso la serata di celebrazioni e di studio.

COMPRENSORIO IL 4 LUGLIO SI CELEBRA IL BICENTENARIO DELLA NASCITA DELL’EROE DEI DUE MONDI: TRA CHI HA COMBATTUTO CON LUI TRE “CAMICE ROSSE” ORIGINARIE DI SCHEGGIA E COSTACCIARO

Scarinci, Vergari e Bartoletti, garibaldini di casa nostra

Di Gianluca Marchese

Ed Euro Puletti

Le "camicie rosse" tornano alla ribalta. Se mai sono state dimenticate, poi. Dopotutto il Risorgimento italiano e Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi, rappresentano forse il più bel periodo della storia nazionale moderna. Quest'anno, il 4 luglio, si celebra il bicentenario della nascita di Garibaldi e tra i comuni italiani che si sono interessati alla ricorrenza troviamo Scheggia e Costacciaro. La prima è ancora agli albori delle ricerche e proprio per questo rappresenta nel territorio le ultime novità in materia garibaldina, con nuove notizie giunte in Comune appena pochi giorni fa, il 18 giugno. Riguardano il garibaldino Cesare Scarinci, scheggino immolatosi per la Repubblica Romana (instaurata con l'aiuto di Garibaldi dopo la fuga di papa Pio IX) nel 1849. In paese a lui è oggi dedicato largo Scarinci (dove c'è anche una lapide che lo ricorda), lo spiazzo dove si affacciano le poste e un lato del campanile della chiesa. Costacciaro ha invece già accertato i suoi eroi garibaldini (ben due) e il 15 giugno ha organizzato la conferenza "Sogno e segno dell'unità dell'Italia a Costacciaro. Da Giuseppe Garibaldi ai garibaldini Alessio Vergari e Feliciano Bartoletti". Ma scopriamo insieme le storie delle nostre "camicie rosse".

 

Cesare SCARINCI

Partiamo dall'ultima scoperta allora: lo scheggino Scarinci. Le informazioni raccolte su di lui le dobbiamo a Sandro Giacchetti, originario di Scheggia e oggi residente a Roma. Secondo le ricerche di Giacchetti, Cesare Scarinci si arruolò nel Battaglione Universitario e combatté sui bastioni del Gianicolo in difesa della Repubblica Romana dopo l'offensiva dei francesi, ai quali Pio IX aveva chiesto aiuto. Morì negli scontri che si susseguirono dal 3 giugno alla fine dello stesso mese del 1849 nell'area dove oggi si estende il parco di Villa Pamphilj. Più precisamente nella parte compresa tra il Casino dell'Allegrezza, quello dei Quattro Venti e, soprattutto, Villa il Vascello. Scarinci, appena 21 enne, trovò la morte proprio qui, nella ristretta area di questa villa, dove tra l’11 e il 14 giugno si combatté furiosamente. Roma cadde il 2 luglio e Garibaldi fu costretto alla fuga inseguito da quattro eserciti (oltre ai francesi, anche austriaci, spagnoli e borboni avevano soccorso il papa). Probabilmente, ed è un peccato, in pochi a Scheggia conoscono la storia di questo scheggino Capitano della Repubblica e dunque Ufficiale di Garibaldi, morto così giovane per difendere ideali di libertà e uguaglianza. Il 6 luglio proprio nel Sacrario degli Eroi del Gianicolo si terrà una cerimonia commemorativa. In quel mausoleo il nome di Cesare appare in un elenco scolpito nel marmo. Ma il suo è proprio alla destra della tomba di Goffredo Mameli ed è tra i pochi, se non l'unico, a riportare oltre che al nome e cognome anche l'età, il grado militare e il paese di provenien­za. Dopo questa scoperta, il comune di Scheggia ha deciso di organizzare una manifestazione in suo ricordo. Si terrà con ogni probabilità a fine agosto. Certo sarebbe bello ricordare Cesare proprio in largo Scarinci, magari con i bambini con indosso una camicia rossa.

 

Alessio VERGARI

Ma anche Costacciaro ha contribuito all'unità d'Italia. Come apprendiamo dalle memorie orali familiari del signor Carlo Vergari, il paese ha dato i natali ad Alessio Vergari, altra camicia rossa. Appartenente alla ragguardevole famiglia costacciarola degli "Achilli", Alessio nacque il 27 giugno 1849. Primo dei sette figli di Achille Vergari (che sarebbe stato eletto sindaco di Costacciaro) e di Anna Maria Bianconi, mori nel dicembre 1929. Nel 1867 anche a Costacciaro si era diffusa la sensazionale notizia secondo la quale Garibaldi andava in cerca di volontari per condurre un'energica spedizione militare avente per obiettivo Roma. Il giovane Alessio, affascinato da quest’idea patriottica, comunicò al padre la sua intenzione di prendere parte all'impresa, ma il genitore gli rispose senza mezzi termini che se la sarebbe dovuta togliere dalla testa giacché lui non gli avrebbe mai dato il consenso. Tale imposizione, però, non fermò affatto Alessio, il quale una notte se ne andò senza salutare e per evitare qualsiasi inseguimento portò via con sé le scarpe del padre. Dopo molto camminare giunse a Mentana, dove verosimilmente combatté contro le truppe franco‑pontificie. Tornato, sconfitto come gli altri, nella natia Costacciaro, per il resto della sua vita nutri un'autentica "venerazione" per l'eroe dei due mondi. In età matura svolse per alcuni anni la funzione di guardiano delle proprietà dell'Università degli Uomini originari nella sua capanna di pietra del "Poggio Mucicchioso", capanna che si era costruito e dalla quale dominava i piani carsici delle Macinare e di Pantanella. Dialettalmente denominata "Capanna d'Alezzio", di questa dimora in pietra oggi non restano che ruderi sparsi. Poco prima di morire, come ultima volontà, Alessio lasciò detto di essere sepolto con indosso la sua camicia rossa. E la volontà venne rispettata.

 

Feliciano BARTOLETTI

E siamo all'ultimo dei garibaldini in questione. Nella lirica intitolata In morte del mio Avo Feliciano ... Garibaldino obliato, composta il 20 luglio 1912 a Hibbing (Minnesota) e 26esimo componimento della silloge Nostalgie proletarie, edita nel 1918, il poeta ‑ minatore Efrem Bartoletti racconta il commovente commiato dall'avo Feliciano. L'autore prese probabilmente congedo dal caro congiunto (forse nonno o zio) a Costacciaro verso il 1909, poco prima di partire emigrante per l'America. Nella sua poesia del rimpianto, Bartoletti rievoca l'affetto tra i due per poi pas­sare alla triste notizia della morte del familiare, che lo raggiunge, con dolore e rimpianto, a Hibbing. Notizia che gli reca l'estremo saluto. del suo "garibaldino obliato", come lo descrive Bartoletti. E corre l'affettuoso ricordo, fino a rievocare i più intimi sentimenti che ispirarono le azioni di Feliciano: l'unità dell'Italia, per la quale era vissuto combattendo. Feliciano Bartoletti, figlio di Ubaldo e morto quasi novantenne (doveva essere perciò nato intorno al 1824), prese parte alla I guerra d'Indipendenza, a Vicenza nel 1848, o alla definitiva liberazione della città, avvenuta nel 1866. Più tardi, oramai ultraquarantenne, Bartoletti dovrebbe aver poi partecipato, "garibaldino indomito e gagliardo" e dal "leonino sguardo", alla spedizione militare di Mentana: "Ed uno fosti poi de la legione rossa obliata". La lirica di Efrem Bartoletti termina con una rivendicazione sacrosanta, quella della pensione. Una pensione, tuttavia, promessa e sempre negata a chi si sacrificò, talvolta sino alla morte, per l'unità della patria.