Anno XVII - N. 15-16 - 1 Agosto 2004

COSTACCIARO

 

 

I programmi dell'Amministrazione Comunale per le politiche ambientali e le attività culturali

di Euro Puletti

La nuova amministrazione comunale di Costacciaro, fra i suoi obiettivi programmatici qualificanti per il prossimo quinquennio persegue quello dello sviluppo e della crescita complessiva del Comune, legati alla filiera turismo­artigianato di qualità agricoltura biologica. Per incrementare l'offerta turistica e mettere in moto un volano di sviluppo, connesso con l'ambiente naturale e l'eredità storico‑culturale, occorre, tuttavia, passare, innanzitutto, per la riscoperta, il recupero e la valorizzazione delle profonde radici storiche di Costacciaro, riscoprendo, in sintesi, la nostra più profonda identità culturale. Già la precedente amministrazione aveva lavorato molto sul tema della messa in valore delle fondamenta storiche del paese, dedicando, tra l'altro, una serata all'anno, durante la settimana dei festeggiamenti in onore del patrono, Beato Tomasso, alla rievocazione d'un personaggio famoso del Comune. Quest'anno verrà trattato, invece, un intero periodo storico: quello della signoria dei duchi d'Urbino. L'amministrazione vuole che Costacciaro si candidi e si attrezzi a diventare un luogo privilegiato per ospitare incontri, dibattiti, stage, corsi di formazione su tutte quelle tematiche che siano intimamente connesse allo studio dell'ambiente, intendendo, con ambiente, non solo quello naturale, ma, anche, e, forse, soprattutto, quello umanizzato, cioè abitato, trasformato, ed improntato, positivamente, dalla secolare presenza dell'uomo dell'Appennino. L'eredità positiva ed il bagaglio d'esperienze, acquisiti in almeno due decenni di incontri scientifici, e, lato sensu, culturali, a Costacciaro, sarà il trampolino di lancio per migliorare ancora di più l'immagine di un borgo pedeappenninico che viene oggi percepito come vivo e vitale, in tutta Italia, da molti qualificati osservatori esterni: scuole, associazioni, fondazioni, università. Non è un caso che proprio pochi giorni fa la sezione umbro‑marchigiana della prestigiosa Società Botanica Italiana abbia tenuto, da noi e non altrove, un proprio incontro scientifico. Le strutture per far questo ci sono, e, non appena ciò sarà possibile, verranno incrementate e potenziate. La vivacità dell'offerta culturale di Costacciaro, in questi ultimi anni, è stata notata e lodata da molti. Il Comune si è, inoltre, dotato di uno dei musei‑laboratorio più moderni dell'intiera Regione, e di una versatile sala multifunzionale sottostante. Per non parlare, poi, dell'importante attività di didattica dell'ambiente, svolta, in questi anni, dal borgo didattico, che convoglia a Costacciaro, annualmente, circa 1200 ragazzi, provenienti dalle più diverse scuole della Regione, per attività residenziali e di educazione ambientale. Per quanto è nelle mie intenzioni di Assessore alle politiche ed attività culturali, vorrei, con l'auspicabile permesso e collaborazione dell'Università degli Uomini Originari, proprietaria del Monte Cucco, portare la gente a fruire di alcuni luoghi del nostro territorio, ricchissimi di storie e tradizioni, ma che se ne restano, al momento, pressoché ignorati ed inaccessibili. Penso ai Cinque Spacchi del Diavolo, ad esempio, un luogo gravido d'arcaiche leggende, o alla Grotta del Beato Tomasso, tanto suggestiva quanto pressoché irraggiungibile. Mi riferisco anche alla valorizzazione delle tracce, materiali (monumenti) ed immateriali (storie e leggende), relative alla dominazione dei duchi d'Urbino a Costacciaro, facendo così rientrare, e a pieno titolo, il borgo costacciarolo all'interno di quel circuito turistico‑culturale, denominato "La terra del Duca". Le regioni Marche ed Umbria finanziano, infatti, un simile progetto, che riunisce taluni municipi, accomunati dalla presenza, nella loro storia, dei duchi feltreschi e rovereschi. Il progetto assumerebbe, anche per Costacciaro, importanti valenze storiche, artistiche, enogastronomiche, e, soprattutto, turistiche. Un'altra cosa che ho in mente è di legare intimamente l'immagine di Costacciaro ad una rievocazione culturale di primo piano, recuperata dal vasto serbatoio della nostra storia e tradizione popolare, come è avvenuto, ad esempio, ed assai brillantemente, per Fossato di Vico, con la coinvolgente Festa degli Statuti.