Anno XVIII - N. 14 - 24 luglio  2005

COSTACCIARO

 

I 16 mesi del sindaco Lupini

 


Per la storia di Costacciaro credo che interessi molto conoscere il periodo dal 1943 al 1948 e soprattutto quello dal 10 maggio 1944 al 15 gennaio 1945.

 

Brevemente è necessario chiarire che la dittatura monarchico-fascista, formalmente ebbe sempre la firma del Capo dello Stato e il voto del Parlamento. Solo Matteotti con la sua rigorosa documentazione delle oltre 200 invasioni dei seggi elettorali poteva far invalidare le elezioni, e Mussolini ordinò di farlo tacere. La legge Acerbo del 1924 attribuiva 2/3 dei deputati alla lista che superava il 25% dei voti così gli squadristi passarono da 35 deputati ai 2/3, imposero la dittatura ed eliminarono tutti i capi influenti dei partiti, uccisi, in esilio, vigilati speciali: Don Minzioni, Amendola, Don Sturzo, Donati, Turati.

 

Quando il 16 gennaio 1926 Mussolini fu costretto dal re a convocare il parlamento gli squadristi presidiano l'ingresso e aggredirono o non fecero entrare i deputati di opposizione; le dittature sono state consolidate dalla canea di piazza, dai cortei che sfasciano tutto e dal silenzio imposto! De Gasperi rifugiato a Trento tra i suoi elettori si salvò perché si chiuse in assoluto silenzio e non diede mai il minimo appiglio per essere arrestato. Nonostante questo, Mussolini ordinò al capo della polizia Bocchini di trovare qualsiasi pretesto, fu arrestato e condannato a 2 anni. Subito dopo il 25 luglio il popolo a stragrande maggioranza approvò al fine del fascismo e l'armistizio dell'8 settembre 1943. Infatti su 645.000 militari dell'esercito italiano prigionieri in Germania nel 1943, soltanto meno di 30.000 aderirono al governo di Salò nonostante la concessione di tornare in Italia.

 

Questa premessa è indispensabile per dimostrare che il governo del sud Italia era il solo e legittimo, e decretò subito che nell'Italia occupata dai nazi-fascisti il potere legale era solo dei Comitati di Liberazione Nazionale Clandestini. Ecco perché i comitati clandestini con i pieni poteri furono pochissimi nell'Italia centrale, anche per il fatto che era difficile trovare il presidente esperto e coraggioso da rischiare la fucilazione immediata tanto che i tedeschi li ritenevano più pericolosi delle bande armate. Il comitato di Costacciaro è tra i pochissimi della Provincia di Perugia, quindi Lupini è stato sindaco fin dal 10 maggio 1944. Questi documenti del Comitato Nazionale di Liberazione Clandestino che non sono stati ancora pubblicati:

 

Il 10 maggio 1944 la prima seduta del comitato clandestino avvenne in casa di Rafoni. Dopo molti approcci e paure, convocai il Comitato di Liberazione Nazionale, valido come seduta del Consiglio Comunale e Giunta Comunale; si presero queste deliberazioni:

·         composizione della prima giunta comunale (Lupini Ruggero – sindaco, Fiorucci Odocaro - vice, Ferri Giovanni e Martella Adamo assessori;

·         chiedere al Prefetto la sostituzione del Segretario Comunale;

·         la rappresentanza politica P.C.I. (Partito Comunista Italiano) Castellani Giovanni, P.S.I. (Partito Socialista Italiano) Lupini Ruggero, D.C. (Democrazia Cristiana) Rafoni Guerrino;

·         il licenziamento di Cacciani Vincenzo, Bastianelli Giovanni, Giombetti Generoso e Gambucci Nicola subito dopo l’arrivo degli alleati;

·         l’assunzione di Scarabotta Francesco (aiuto guardia) e Petrini Ubaldo (stradino campestre).

L’atto fu sottoscritto da Lupini Ruggero, Bellocci Cesare, Fiorucci Odocaro, Bartoletti Angelo, Morotti Domenico, Castellani Giovanni, Bartoletti Michele, Rafoni Guerrino, Montecchi Ugo.

 

Il 15 giugno 1944 la seduta successiva ebbe luogo in casa Rafoni (valida anche come Consiglio Comunale, presenti Lupini Ruggero, Bellocci Cesare, Bartoletti Squiqquero, Fiorucci Odocaro, Domenico Forotti, Giovanni Castellani, Giovanni Ferri); deliberazioni assunte:

·         Lupini dovrà intimare al Commissario della RSI che se collaborerà, avrà salva la vita ed un salvacondotto per rientrare in Sicilia;

·         i partigiani avrebbero operato solo lontano dalla Flaminia;

·         licenziare il Commissario all’Università degli uomini originari con ripristino del precedente consiglio composto da Bartoletti Michele, Bartoletti Biagio, Morelli Giuseppe, Bartoletti Giuseppe e Vergari Isidoro.

Il 1 luglio 1944 la seduta successiva clandestina in casa di Bartoletti Biagio, fu resa drammatica dalla irruzione di due partigiani che volevano arrestare e far processare alcuni concittadini; prevalse la maggioranza che le epurazioni avrebbero avuto luogo secondo le direttive emanate dal governo di Bari.

 

Il 14 luglio 1944 veniva in municipio il governatore inglese che, esaminati i verbali del Comitato, ne approvava tutte le deliberazioni e incontrava la Giunta Comunale.

 

Di questo periodo ricordo in particolare il viaggio a Perugia il 2 agosto, con un vecchio camioncino di Rafoni per ritirare il sale da distribuire alla popolazione, quello del 10 agosto su richiesta di Enzo Tomassoni per far liberare dal carcere il padre, con un mezzo della Military Police, operazioni eseguite in condizioni di insicurezza (nella zona del Piccione ancora si combatteva).

 

Il 5 novembre 1944 tornai a fare il maestro elementare. Il 20 novembre Fiorucci Odocaro comunicava in Consiglio che ero tornato ad insegnare a Villa Scirca e mi invitava a riprendere la carica di sindaco, ma rifiutai. Venni poi rieletto nelle successive elezioni dell’ottobre 1946 e restai in carica fino al luglio 1947 quando mi venne comunicato dalla Prefettura che la carica di sindaco era incompatibile con la mia attività di insegnante.

 

Ruggero Peppino Lupini