Lettera


Vi fu sempre un partito “trasversale” che si rivelò strenuo assertore della sopravvivenza dell’istituto eremitico camaldolese a Monte Cucco: quello dei municipi e delle popolazioni dei paesi circonvicini all’eremo. Ecco, ad esempio, cosa scrisse il sindaco di Costacciaro, nel 1866, in merito allo sfratto esecutivo che era stato intimato ai religiosi:

Costacciaro, li 29. Dicembre 1866.

PROVINCIA DELL’UMBRIA

CIRCONDARIO DI PERUGIA

MUNICIPIO DI COSTACCIARO

NUM. 551. PROT. GENLE.

RISCONTRO AL N.

       DIV. SEZ.

       DEL DÌ

OGGETTO

Sulla conservazione del Monastero

degli Eremiti Camandolesi di

Montecucco

ALLEGATI N.

A Sua Eccellenza

Il Sig. Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti

Firenze

 «Eccellenza,

Esiste alla metà della Montagna di Costacciaro; ma sul Territorio del Comune di Pascelupo, un piccolo Monastero di Eremiti Camandolesi sotto la denominazione di S. Girolamo, per la sua posizione topografica non è sempre stato altro, per la stradale, che sono costretti tenere molti di quelli, che si recano nelle limitrofe Città di Pergola, Sassoferrato e Fabriano, che il refrigerio dei Viandanti per le coppiose elargizioni, che gli fanno quegli Esemplarissimi Religiosi. Li chiamo esemplarissimi, perché così sono in dovere di chiamarli sott’ogni rapporto e perché nel luogo ove si trovano in mezzo ad un’erta Montagna circondata di selve non sono, che assiduamente intenti alla preghiera ed all’orazione e sono costantemente lontani dal consorzio dei tristi per le suesposte ragioni.

Dessi furono colpiti dal Decreto di Demaniazione degli 11. Dicembre 1860. emanato dal Regio Commissario Generale per le Provincie dell’Umbria in Perugia reso esecutivo per questi Comuni facenti parte del Mandamento di Gubbio col 1.mo gennaio 1861, perché antecedentemente appartenevano alla Provincia delle Marche, dalla quale disciolti furono aggregati a questa. Avvenuta adunque la demaniazione dei loro beni, Dessi rimasero nel loro Chiostro per speciale Rescritto Sovrano. Ora che in forza della legge 7. Luglio ultimo passato N°. 3036. Gli è stato intimato lo sfratto col giorno 28 del presente Mese in virtù dell’Art.° 33. dell’anzidetta Legge e del disposto nel N°. 4 dell’Art.° 5° del Regolamento approvato con Logotenenziale Decreto dei 21. stesso Mese di Luglio N.° 3070 dovendo per moltissime ragioni ritenere quel Monastero per Edificio monumentale riguardo alla sua antichissima fondazione, alla Cappella di S. Girolamo ed alla memoria del luogo, che vi esiste, ove il santo protettore di questa Terra qual’Anacoreta vi è stato ritirato avendovi menato una vita solitaria per oltre 50. e più Anni, mi faccio vivamente a pregare l’Eccellenza Vostra a volersi degnare di emanare il Decreto, che almeno tre o quattro di quegl’Individui Religiosi rimanghino nel Monastero per l’ufficiatura di quella Chiesa, che è come monumentale e per la conservazione di quelle antiche memorie, che vi esistono, poiché se anche dovessero indossare l’abito secolare lo farebbero di buon grado.

Io mi faccio a pregare a tal’uopo l’Eccellenza Vostra, perché sono tenuto riguardo alle memorie, che vi esistono del Santo Protettore di questa Terra, per il quale sono incessantemente pregato non solo da questa Giunta Municipale, ma eziandio dal voto unanime di questi Amministrati.

Inoltre mi trovo pure in dovere di far conoscere all’Eccellenza Vostra, che il Monastero, di cui è cenno nella presente, abbandonato che fosse dai ridetti Religiosi rendesi affatto inservibile a qualunque uso, cioè e al Governo e al Comune, attesa la lontananza, che v’intercede fra questo e quello e per essere isolato fra le selve ed i dirupi di un’erta e scabrosa Montagna e non potrebbe servire ad altro che per covacciolo di belve, da’ ladri e da’ Renitenti alla Leva. Non sono, posso dirLe, le voci mie; ma le voci e le vive preghiere del popolo Costacciarense, che implora per gli effetti dell’Art.° 33 della Legge 7. Luglio ultimo passato la conservazione di quel Luogo ove confermò i suoi giorni il loro Santo Protettore ed ove tutto giorno i transitanti hanno cordialmente la necessaria ospitalità, mentre con tutta ragione potrebbe quel Luogo denominarsi un'altro Municipio (di Costacciaro) ed un'altro S. Bernardo.

Io ho piena e viva fiducia, che l’Eccellenza Vostra sarà per prendere in considerazione il presente esposto, per il qual’effetto Le ne anticipo le più vive e riconoscenti azioni di grata ed eterna riconoscenza, nell’atto che con tutto l’ossequio mi protesto.

Firmato Achille Vergari Sindaco

La presente copia è pienamente conforme al suo originale, dal quale è stata fedelmente estratta e con il quale collazionata concorda, per il che ed è stata rilasciata in carta libera da servire per solo ed esclusivo uso privato.

In fede Costacciaro li 22. Dicembre 1878.

Il Segretario Comunale Angelo Ronconi»