lunedì 24 dicembre 2007

La curiosità

Scoperto l'antico nome del passo di Scheggia

Scheggia - Scoperto il nome originario del asso di Scheggia. Dopo lunga ricerca nella Carte di Fonte Avellana, preziosi documenti archivistici dell'omonima abbadia camaldolese, si è scoperto come, nel documento numero 1075, intitolato "contractus emphyteusis" ('contratto enfiteutico'), del 6 dicembre 1276, Bonaiunta Compagni concedesse in enfiteusi un campo situato "in curia Scligie" ('curia, vale a dire nel territorio di giurisdizione dell'allora castello di Scheggia'), presso il luogo chiamato "In Summo" (cfr. Carte di Fonte Avellana a cura di Ettore Baldetti, vol. VI, p. 146). Fra i confini di dette "pezze di terra" sono citati alcuni toponomi ancor oggi esistenti: "ginga" (oggi La Génga o Le Génghe, nomi locali designanti i grandi blocchi di conglomerato, detti anche gricce, e, toponomastiticamente, Grigne, che qui si trovano in ogni dove) e "cupus" (attualmente Il Cupo). Ora, é pressoché certo che i toponimi scheggini Sòmbo di Foce de Sòmbo e I Sòmbi, nome di luogo, quest'ultimo, indicante alcuni campi che si distendono presso il Passo di Scheggia, derivino dal latino summum, 'sommità, valico', il primo (dal quale è, tra l'altro, disceso il nome del più alto valico della Via Flaminia: La Somma), e summi (sottinteso 'campi', vale a dire 'i campi situati a maggiore altezza'), i secondi. Da quanto detto si desume agevolmente come, in epoca romana, il Passo diScheggia fosse chiamato summum.

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