Costacciaro Il problema delle balze rocciose

 

Quella volta che il priore fu ucciso da un masso

Costacciaro - Quando il priore dell'eremo di Monte Cucco, Oddi di Perugia, fu ucciso dalla caduta di un masso. Quello della caduta di sassi, o, peggio, del distacco di interi macigni dalle balze rocciose sovrastanti l'eremo di San Girolamo di Monte Cucco è stato (e continua tuttora ad essere) un pericolo incombente e costante sin dalle più remote origini del romitorio. Molti e ingenti danni fecero, infatti, nei secoli, sia agli edifici del romitorio sia ai penitenti che vi abitavano, tali frane di scoscendimento o di assestamento. Fu questa una delle ragioni principali per le quali più volte i monaci di Monte Cucco chiesero di abbandonare definitivamente la loro casa di Pascelupo, riuscendovi, però, in maniera definitiva, soltanto nel 1925. Lo scrittore don Placido Vibi nella sua continuazione della "Romualdina" ci fa sapere come, sul finire di febbraio del 1607, "volesse il Signore con uno di codesti macigni aprire la porta del celeste suo regno alle grandi e comunemente conosciute virtù del padre don Ridolfo dei conti Oddi di Perugia" ("Pater Rodulphus ex nobili familia Perusina de Oddis"), allora priore all'eremo di San Girolamo di Monte Cucco e già superiore generale della congregazione degli eremiti camaldolesi di Monte Corona dal 1603 al 1606. Dopo essere stato colpito dal masso, padre Ridolfo sarebbe sopravvissuto per uno o due giorni. Un certo padre Mauro tramandò una notizia, fornitagli da un altro eremita, secondo la quale a quest'ultimo sarebbe apparsa in visione l'immagine gloriosa di padre Ridolfo che ascendeva al cielo ammantato delle vesti sacerdotali (confronta Luca Spagnolo, "Storia romualdina, o eremitica della Congregazione di Monte Corona", tomo I, Stamparia Dionisiana, 1795, s.v. "Descrizione dell'eremo di M. Cucco"). Una storia che merita di essere mandata a memoria.

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