I "lupari" all'inizio del Novecento

Quando c'era la taglia sulla testa dei lupi

Costacciaro - (e. p.) Sul Monte Cucco, l'ardua lotta per la sopravvivenza ingaggiata tra pastori e lupi deve conoscere radici tanto antiche da potersi, senz'altro, definire remote. Pių precise testimonianze di fonte orale (Duilio Morelli di Villa Col de' Canali, ed altri), tuttavia, si han­no, solamente, a partire dagli inizi del XX secolo, quando sembra che "Pian delle Macinare" fosse il centro incontrastato della caccia al lupo sul Cucco. Dall'alto di palchi di legno, appositamente elevati, i "lupari" d'un tempo facevano, infatti, fuoco sui lupi, dopo averli astutamente attratti con carogne, appese, per le zampe, a pali ed alberi, o accatastate, alla rinfusa, sul terreno. Dagli inizi del '900, la caccia al lupo fu talmente frequente e cosė tanto incessante da far sė che, attorno alla fine degli anni '30 del secolo scorso, i lupi sembrassero completamente scomparsi dalla montagna. A conferma delle dinamiche storiche suaccennate, il valente studioso eugubino Fabrizio Cece ha recentemente scoperto una lettera, datata all'anno 1912, e scritta dal sindaco di Costacciaro, Cesare Chemi, al suo collega di Gubbio, sull'apertura della caccia al lupo che "molti asseriscono di aver visto scorrazzare" in quella montagna, soprattutto dal mese di aprile, quando si erano notati i primi danni arrecati al bestiame. Queste le somme messe a disposizione di coloro i quali sarebbero riusciti ad uccidere tali predatori: lire 70 per una lupa adulta, 50 per un lupo adulto, 25 per lupi giovani. A queste somme l'affittuario della Montagna per i pascoli estivi, signor Angelo Olivieri, avrebbe pagato 50 lire in pių per ogni lupo ucciso.