Domani la manifestazione per commemorare i giovani della zona morti dopo il rastrellamento nazista del 1944

Il giorno in cui rivive il ricordo delle vittime innocenti

Costacciaro - Il Comune di Costacciaro, attraverso il comitato di gestione della biblioteca municipale (nelle persone di Patrizia Biscarini, Maria Lucia Conti, Anna Rita Mariani, Gabriella Mariucci, Maria Grazia Vergari ed Euro Puletti, assessore comunale alla Cultura) ha organizzato per domani, Giorno della Memoria della Shoah, la manifestazione dal titolo I testimoni dell'innocenza", patrocinata dall’Istituto scolastico comprensivo di Sigillo, con il contributo attivo della scuola secondaria di primo grado e primaria "Efrem Bartoletti" di Costacciaro, dalla Pro-Loco e dalla parrocchia di San Marco Evangelista.  Le iniziative (inserite nel programma che comprende anche quelle per il 27 marzo e per il 25 aprile) sono prevalentemente rivolte a commemorare i luttuosi eventi susseguitisi al rastrellamento delle SS naziste del 27 marzo 1944, che coinvolsero, tragicamente, anche i territori comunali di Costacciaro e Scheggia. Durante le violente incursioni persero, infatti, la vita dodici giovani innocenti, fra i quali il quindicenne Ugo Fiorucci, i diciassettenni Nazzareno Lupini, ed Ubaldo Fiorucci, il ventenne Benedetto Bugliosi, ed il trentatreenne Tommaso Fiorucci, detto "Tomassino de Malbano". Quattro maschi della famiglia Fiorucci (detti "del Picchio", o "I Picchi") furono sterminati presso il vocabolo rurale "Bellavista". I fratelli Giulio e Romano ed i citati figli di quest'ultimo, Ubaldo ed Ugo, vennero, così, fucilati, perché, in casa loro, fu rinvenuta un po' di polvere nera ed una miccia che essi usavano, del tutto innocentemente, per spaccare i ciocchi di quercia. Sempre il 27 marzo 1944, in seguito al medesimo rastrellamento delle truppe tedesche, furono uccisi Salvatore Pascolini di anni 46, e sua figlia Fernanda, appena diciannovenne, nonché gli ebrei fiorentini Alberto Guetta (ventiduenne, barbaramente assassinato a colpi di moschetto), Pier Luigi Guetta, Piero Viterbo (di ventidue anni, anch'egli finito a colpi di moschetto). Le lapidi di questi cinque sfortunati sono affisse nel romantico cimitero agreste di "Villamagna" di Gubbio ("Madonna della Cima"). Una lapidaria frase ricorda ancora l'innocente testimonianza dei tre giovani ebrei fiorentini: "Qui furono sepolti i giovani israeliti Alberto Guetta, Pierluigi Guetta, Piero Viterbo, fucilati dai tedeschi e fascisti il 27‑3‑1944, per odio razzista. Mai più ricada sul mondo questa barbarie". Venendo, ora alle, iniziative di commemorazione programmate, per domani, va segnalato che, nella sala San Marco del Museo del Parco di Monte Cucco, si ritroveranno insieme alunni, genitori e cittadini che potranno assistere, alle ore 14:30, al film "Arrivederci ragazzi", del regista Louis Malle, vincitore del Leone d'Oro al Festival del Cinema di Cannes, nel 1987. Il film che si ispira al ricordo più drammatico dell'infanzia del regista francese: l'occupazione tedesca della Francia nella seconda guerra mondiale, gli anni della resistenza, dei bombardamenti, delle retate, delle deportazioni. Nel 1944, Louis Malle aveva undici anni e stava a convitto in un collegio dei gesuiti vicino a Fontainebleau. Lì conobbe un bambino ebreo accolto sotto falso nome per salvarlo dalla deportazione. Ma alcuni scoprirono quel segreto e in una fredda mattina d’inverno la Gestapo e i collaborazionisti piombarono sul collegio, arrestarono il ragazzo ebreo e altri due israeliti che avevano trovato rifugio tra gli allievi del convitto e il padre superiore che li aveva ospitati. Finirono nei lager nazisti, da cui non fecero più ritorno. E la frase "Arrivederci ragazzi" che dà il titolo al film è l'ultimo saluto scambiato con i compagni che assistono, sbigottiti ed impotenti, alla scena. Quel tragico ricordo è stato consegnato alla memoria e lì custodito fino a quando Louis Malle ha sentito che il momento di liberarlo era arrivato e che egli era pronto a ricostruire quei fatti verificatisi quarant'anni prima. L'immaginazione ha così sfruttato la memoria come un trampolino di lancio e, oltre la ricostruzione storica, Malle ha reinventato il passato che lo aveva tormentato per anni e anni fondendo il ricordo con la riflessione maturata attraverso il trascorrere del tempo, nell'intento di ritrovare quella prima amicizia, la più forte, brutalmente distrutta, e di riscoprire l'assurdità del mondo degli adulti. Insomma, come se Malle avesse avuto un rimorso che lo tormentava, lui che quella mattina del '44 si trovò improvvisamente di fronte ai suoi privilegi di rampollo di una ricca e potente famiglia borghese, per questo intoccabile.

Il Racconto di chi ha attraversato quei momenti

Costacciaro – La manifestazione dal titolo “I Testimoni dell’Innocenza” rientra in un progetto più vasto che si articola in altri due appuntamenti, ed è ulteriormente suddiviso in quattro momenti successivi che avranno luogo, rispettivamente, lunedì 27 marzo, ricorrenza del suddetto rastrellamento, e martedì 28. Quindi martedì 25 aprile, festa nazionale della Liberazione dal nazi-fascismo, e sabato 29 dello stesso mese. Domani mattina, al termine della proiezione di un documentario sulla Seconda Guerra Mondiale, saranno raccolte le testimonianze orali, dirette ed indirette, dei parenti delle vittime, del rastrellamento e di tutti gli anziani che avranno voglia di portare la loro testimonianza sui crudi anni dell’ultima guerra. Testimoni d’eccezione, oltre al cancelliere vescovile Don Ubaldo Braccini, saranno la signora Dusolina Lupini e Silvio Lupini di Rancana, Pierina Rosi della Serra di Scheggia, Pietro Cecconi di Coggio Molino di Scheggia e Gianfranco Bugliosi di Costa San Savino, nipoti, rispettivamente, questi ultimi due, dei martiri Nazzareno Lupini e Benedetto Bugliosi. Tra una testimonianza e l’altra, alcuni ragazzi delle scuole di Costacciaro leggeranno taluni componimenti, poetici e prosastici, da loro elaborati.