La vita esemplare di un religioso locale vissuto nel convento di San Marcello a Roma

 

Oltre mezzo secolo trascorso al servizio degli altri

 

 

Costacciaro - Dal "Libro della cronaca del Convento di San, Marcello di Roma", riguardo agli anni 1944 e 1946, sono raccolte le seguenti notizie su di un religioso di Villa Col de' Canali, vissuto tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. Fra' Filippo, al secolo Biagio Puletti, nacque a Villa Col de' Canali di Costacciaro, diocesi di Gubbio, il 18 giugno 1859. Trovandosi a Lavorare a Roma, nel 1883 chiese di entrare nell’ordine come postulante, e vi fu accolto 1'8 Giugno. Mandato subito a San Marino, là fu rivestito dell'abito monachino' di probando, o commesso il 15 agosto 1883. Dopo 2 anni, fu assegnato a San Marcello, e gli fu assegnata la mansione di cuoco. Frattanto, gli era già stato, privatamente imposto lo scapolare e il cappuccio. Durante la santificazione dei 7 santi fondatori, avvenuta nel Gennaio del 1888, il converso si trovava a Roma. Passati 6 mesi nel convento di San Marcello in Roma, il 4 febbraio 1894 fu ammesso alla professione, solenne. Rimase sempre di famiglia nella comunità romana. In tutto questo tempo esercitò, con molto impegno, i compiti di guardarobiere; refettoraio e infermiere. Assisté, come infermiere, con molta competenza, carità ed abnegazione, i religiosi della comunità dei Serviti, specialmente alcuni reverendissimi padri generali, dai quali fu assai ben voluto, e amato da tutti i confratelli. E, anche quando, per la sua età, non poté più compiere uffici pesanti; fu sempre innamorato del lavoro e non fu visto mai in ozio. Negli ultimi anni, colpito due volte da polmonite, si rimise sempre in salute. Perduta completamente la vista. da un occhio, e indebolita nell'altro, fu ancora capace di attendere a qualche piccolo lavoro, mostrandosi esemplare nella puntualità, nell'osservanza e nella pietà. Il 4 febbraio 1944, fra' Filippo Puletti festeggiò il 50esimo anniversario della sua professione solenne, Il Priore, nel porgergli gli auguri, la sera della vigilia di San Filippo, suo onomastico, citò per la bella ricorrenza, ricordando la sua vita esemplare per regolare osservanza, spirito di pietà e di abnegazione, specialmente nell'assistere, per tanti anni, quale infermiere, i religiosi ammalati di questa comunità, fra i quali parecchi Superiori Generali. La morte lo raggiunse, dopo sette mesi di degenza, passati fra lancinanti dolori artritici, il 24 febbraio 1946, alle 13,05 e alla rispettabile età di 87 anni. Durante l'ultimo periodo di vita, tutte le mattine faceva la Comunione, compreso il giorno stesso in cui morì e pregava continuamente Dio. Conservò lucidità di mente fino alla mattina del giorno in cui si spense. Rivestita dell'abito religioso, la salma fu trasferita nella cappella del convento. Il 25, alle 17, il suo feretro fu trasportato in chiesa, uscendo, dal, portone di piazza San Marcello, e dopo il canto del "Subvenite", fu intonato, in coro, il vespro dei morti, mentre officiava il Priore. Il 26, alle 10, fu cantato l'ufficio da morto, e, alle 11, la messa di Requiem, celebrata dal padre maggiore Raffaele M. Baldini, ex‑generale. Nel pomeriggio, alle 16, i resti mortali, di Fra' Puletti furono tumulati nella cappella del Verano.

Euro Puletti