I personaggi illustri Nel 1570 fu "maestro dello studio perugino"

Ludovico Carbone, il letterato

 

 

Costacciaro - Nel XVI secolo, Costacciaro dette i natali a Messer Ludovico Carbone, illustre letterato, di fama internazionale. Nacque, Carbone, a Costacciaro nel 1532, fu Maestro dello Studio perugino nell'anno 1570, toccò il suo apice attorno al 1585, e morì, a Venezia (dov'è presumibilmente sepolto), circa l'anno 1590. Nel 1551, cioè a dire all'età di diciannove anni, lasciò, forse, la prima firma all'interno della Grotta di Monte Cucco. Poco, o nulla, ci è stato tramandato circa l'educazione ricevuta da Carbone. È, però, assai probabile che egli conducesse i suoi primi studi presso i Francescani minori conventuali di Costacciaro. Dovette, poi, passare a formarsi in ambito ecclesiastico eugubino, al tempo del grande Vescovo Marcello Cervini (poi Papa Marcello II). Nell'opera "Interior homo", Carbone ringrazia espressamente, per gli insegnamenti ricevuti, l'"Ill.mo ac Rev.mo Dominus Octavio Accorombono", Eugubino, vescovo di Fossombrone fino agli inizi del '600. Agli ammaestramenti dell'Accoromboni, Carbone confessa di aver dovuto molto del suo successo, e di quello di quest'opera. Dalla lettura d'alcune altre delle sue opere si evince, poi, come dovesse essere, per qualche anno, allievo dei Gesuiti, ed in particolare di padre Claudio Acquaviva, che diverrà Ministro generale della Compagnia di Gesù (allora detta "Societas Iesu"), ed al quale, in processo di tempo, Carbone dedicherà l'opera "Vir iustus". È altresì plausibile che Carbone fosse ordinato sacerdote del Clero secolare, poiché é impensabile, che, in epoca controriformistica, si potesse giungere ad essere "Magister Sacrae Theologiae", e scrivere, liberamente, ed in maniera diffusa, sulla dottrina cristiana, ed il catechismo, senza essere almeno divenuto presbìtero. Tale supposizione pare confermata anche dal modo di firmarsi all'inizio delle sue opere: "Ludovicus Carbo S. D.", con quel digramma S.D.; che potrebbe, assai verisimilmente, significare "Sacerdos Domini", ossia 'Sacerdote del Signore'. Nel 1570, Carbone ottiene la consacrazione accademica di "Magister Sacrae Theologiae" nel "Glorioso Ginnasio Perugino", dove insegna, oltre alla teologia, il greco, il latino, l'etrusco, e, forse, l'ebraico. Frattanto, dal 1583 al 1590, anno della sua morte, avvenuta all'ancor giovane età di 58 anni ("Morse in Venetia del 1590 d'anni 58 in circa", scrisse lo storico eugubino Vincenzo Armanni, suo grande estimatore), Carbone rende edita una serie ininterrotta di circa 40 libri, quasi tutti in lingua latina. Alcuni di questi testi saranno, poi, pubblicati, probabilmente postumi, tra il 1590 ed il 1599, segno lampante, questo, della sua grande fama, ormai chiara e consolidata. La cronologia della sua "opera omnia" va, all`incirca, dal 1583 al 1599: sedici anni di studi "matti e disperatissimi", si potrebbe dire con il Leopardi. La massima ampiezza dei trattati di Carbone oscilla, dai venticinque libri de "La divina istituzione", ai diciotto del "Trattato delle Leggi". L'opera "Compendium absolutissimum totius Summae Theologiae D. Thomae Aquinatis", dell'anno 1587, fu molto studiata dal grande filosofo tedesco, del XVIII secolo, Christian Wolff ("Wolfius").

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