Giovedì 15 luglio 2010

L'altra faccia Quando la tradizione rivive a Pian delle Macinare

La transumanza rivive a Pian delle macinare

Costacciaro - Nello splendido scenario di Villa Anita, a Sigillo è andata in scena la rievocazione storica della transumanza, organizzata dall'Antica Civiltà Contadina, dagli Antichi Mestieri di Sigillo e dall'Università degli Uomi­ni originari di Costacciaro, rievocazione che verrà ripetuta domenica prossima all'interno del Parco del Monte Cucco, in zona Pian delle Macinare. La manifestazione è iniziata alle prime luci dell'alba con la colazione del pastore, quindi il "rito" della mungitura per poi assistere alla trasformazione del latte in formaggio e del siero in ricotta. A mezzogiorno pranzo aperto a tutti i visitatori con polenta al sugo "alla pastora" e la ormai famosa ribollita di pecora, il tutto curato dai nostri ultimi pastori, che conservano quasi gelosamente queste tradizioni. Il tutto con i recinti di ovini a fare da contorno alla magnifica manifestazione. Domenica prossima, a Pian Delle Macinare si potrà assistere anche all'esibizione degli arcieri storici di Fossato di Vico. Ma che cos'è la transumanza? Transumanza significa migrazione stagionale delle pecore dai pascoli di montagna a quelli di pianura e, ovviamente, viceversa. E' questo un fenomeno che ormai è quasi scomparso dai nostri territori intorno alla metà del XX secolo, quando la nostra millenaria civiltà contadina si è vista mettere sopra una bella pietra tombale. Il fenomeno della transumanza dura nelle nostre zone fino al 1970, quando l'allevamento della pecora subisce un calo vertiginoso e soltanto alcuni pastori sardi, giunti a Fossato di Vico intorno agli anni '60, tengono in piedi questa migrazione ed è grazie a loro che il fenomeno ci è giunto ancora ai giorni nostri. Saremo forse dei romantici inguaribili ma continueremo a preferire il mondo forse un po' più vecchio e obsoleto ma di certo a misura d'uomo; quello dove quest'ultimo si considerava di appartenere alla terra e non la terra di appartenere a lui. Abbiamo voluto dedicare queste due righe a un mestiere che sta quasi scomparendo, che forse si avvicina all'arte anche se duro e faticoso, ma che la sera ti fa sentire ricco interiormente e sicuramente in pace con il mondo. E di questi tempi non è poco.

Marcello Bianchini