Il monte Cucco e un antico esploratore

 

 

CostacciaroTra il giugno del 1883 e l'aprile del 1892, il fabrianese Giovan Battista Miliani, brillante industriale cartario, e senatore del Regno d'Italia, compì la prima esplorazione scientifica di quello che va sotto il nome odierno di "ramo turistico" della grotta di monte Cucco. Miliani era un valente alpinista, iscritto alla sezione di Roma del Club alpino italiano. Fu proprio alle 303 pagine del numero 58, volume XXV, del bollettino del Cai, apparso e stampato tra il 1891 ed il 1892, ed intitolato "La caverna di Monte Cucco", che il Miliani affidò il resoconto delle sue reiterate esplorazioni alla cavità. Interessatosi appassionatamente alla speleologia, aveva già visitato molte grotte sugli Appennini, il Carso ed i Carpazi, ma mai gli era capitato, fino ad allora, d'incontrarne una così maestosa, vasta, ed interessante, come quella di monte Cucco. Il Cucco era quel "Monte Grande" (così è citato in un documento fabrianese del 1491), che, sempre, sin da bambino, aveva visto ergersi maestoso sopra la conca fabrianese. Fin dalle sue prime calate nel pozzo d'accesso alla cavità (che da lui avrebbe successivamente preso il nome), allora effettuantisi, scendendo, "a polso", lungo una grossa fune di canapa, assi curata al ceppo di un acero secolare, gli furono compagni d'avventura Pietro Stazio, Achille Caracci, e Francesco Moscatelli. Era il giugno del 1883, quando Miliani iniziò a percorrere, "con intelletto d'amore", quella " meravigliosa regione sotterranea". L’esplorazione vera e propria durò per lo spazio di ben sette anni consecutivi, fino all'autunno del 1890, quando, nella "Caverna di monte Cucco", scese con lui l'illustre studioso, Capellini, direttore del museo paleontologico dell'università di Bologna.

Euro Puletti