Grido d'allarme lanciato dal Giros con una lettera al ministero

I cinghiali divorano la flora rara

 

 

Costacciaro -  Fra i molteplici danni arrecati dai cinghiali al Monte Cucco, non va sottovalutato quello che sta subendo la flora rara della montagna. Nel novero dei numerosi fiori rari distrutti, con il grugno, in conseguenza dell'aratura dei prati, da parte di tali invadenti selvatici, vi sono, principalmente, le orchidee spontanee, il cui numero, al Monte Cucco, assomma a ben 41 differenti specie. Due di queste, Ophrys ciliata ed Epipactis gracilis, risultano; inoltre, essere state rinvenute, finora, soltanto qui, nell'intera regione dell'Umbria. Fra le molte specie botaniche che rientrano nella dieta del cinghiale, assieme a liliacee, amarillidacee ed iridacee, vi sono, sicuramente, come ricordato, le rare e protette orchidee selvatiche, le quali, con i loro apparati radicali sotterranei, vengono avidamente appetite da questi suini selvaggi. Se il numero dei cinghiali (animali, ricordiamolo, dissennatamente introdotti) non sarà presto limitato, ed in maniera drastica, assisteremo, senz'altro, alla scomparsa di numerose specie floristico-vegetazionali sul Monte Cucco ed altrove. Potrebbe, col tempo, diventare a rischio estinzione anche un aglio selvatico che, tra Umbria e Marche, cresce unicamente al Cucco: l'aglio della Sicilia (Allium siculum). Dovremmo, perciò, dire addio alle multicolori fioriture primaverili delle praterie montane più belle ed incontaminate. Per scongiurare questa malaugurata ipotesi, è recentemente intervenuto, con una lettera indirizzata al ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio, il Giros, Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee. La citata associazione naturalistica ha rivolto, così, il proprio accorato appello al suddetto ministero "prima che i danni siano irreparabili".

E. Puletti