Gli eroi di allora grande esempio dei giorni nostri. Fra i tredici partigiani si staglia la figura di Ruggero Lupini

 

 

Costacciaro - Nel gennaio 1945, dall’Italia centrale, mossero 2000 volontari partigiani, 13 dei quali erano di Costacciaro. Il fascismo aveva obbligato, per legge, l’assunzione in ruolo di tutti gli squadristi in possesso del relativo brevetto, e il governo De Gasperi proibì ogni epurazione o revisione delle carriere. Inoltre, per i possessori del brevetto di Sciarpa Littorio, tesserati prima del 28 ottobre 1922, si concesse l’arruolamento nei reparti militari delle divisioni di camicie nere. Chi possedeva un qualunque diploma era assunto come sottotenente effettivo, senza fare un solo giorno di corso o d’accademia. Invece, i volontari partigiani, che, con i 6 plotoni, dall’8 al 10 aprile 1945, realizzarono il prodigio dello sfondamento della mitica linea Gotica (Ravenna), l’unica breccia dell’8a armata ad Alfonsine, e che proseguirono, in avanguardia, fino a Padova, furono congedati il 20 giugno 1945, e, senza una lira di gratifica, ricevettero unicamente il magro “soldo”del militare di leva, senza nemmeno il biglietto del treno per il ritorno a casa. Ubaldo Scarabotta, per tornare, dovette, ad esempio, attendere il vaglia del cognato. Nessuno sa che il nuovo governo dell’on. Bonomi, nel dicembre 1944, per avere migliori condizioni nel trattato di pace, chiese all’Inghilterra e agli Usa di partecipare, con 5 gruppi di combattimento, alla guerra. Pensate alla grande vergogna, perché, in realtà, l’esercito del sud si era dissolto man mano, che veniva liberandosi l’Italia. Bonomi lanciò il proclama ai patrioti, e solo grazie a loro, si riuscì a schierare il 1° gruppo “Cremona”. A tal proposito, scrive il generale Musco: “Tale sciagura fu evitata perché già il 15 gennaio 1945 raccogliemmo i primi 600 volontari partigiani a Foligno – Gualdo Tadino – Costacciaro – Città di Castello – Umbertide, i quali salvarono l’esercito e ne completarono i ranghi di fanteria per oltre il 60 per cento”. Fra i costacciaroli, si segnala, per la capacità ed il valore dimostrati sul pericolosissimo caposaldo Bastogi, e su altri, Ruggero Lupini, che ottenne il prestigioso riconoscimento della commenda inglese per i volontari italiani sulla linea Gotica. Lupini, ex ufficiale di complemento, tenente, nella divisione “Forlì”, comandò il plotone di volontari partigiani di Costacciaro. Primo sindaco di Costacciaro, e maestro elementare, Lupini insegnò subito, e fu immesso in ruolo a partire dal 1° concorso magistrale dell’anno 1947. Giovanni Castellani, ex sergente in Libia, fu decorato da Rommel come guastatore, durante l’avanzata. Dopo l’8 settembre 1943, Castellani fu tra i primi ad organizzare i partigiani. Lupini lo nominò subito vice presidente del comitato di Liberazione clandestino di Costacciaro, e, poi, vice comandante del plotone di volontari di Gualdo Tadino e Costacciaro, benché ci fossero uomini più elevati in grado di lui. Dopo il giugno 1945, riprese il suo lavoro nell’edilizia e morì, nel 1972, in Africa, per un incidente sul lavoro. Osvaldo Bucciarelli si arruolò nella Polizia. Osvaldo Galli fu portiere in un condominio privato di Roma. Palmiro Giombetti divenne completamente cieco nel caposaldo Bastogi. Nazzareno Mariucci fu tra i primi emigrati che pretesero la scelta dall’esame della loro commissione medica, insediata a Milano nel 1946. Il Belgio riaprì le miniere, chiuse ai primi del 1900, le cui gallerie erano alte solo m. 1,50, e si doveva perciò scavare standovi in ginocchio. Morì, pochi anni dopo, per silicosi. Ubaldo Scarabotta, anch’egli minatore in Belgio, morì ancor giovane, per silicosi. Domenico Fiorucci si arruolò in Polizia. Vincenzo Coldagelli fu congedato dopo Bastogi, in conseguenza delle ferite precedenti. Mario Giombetti andò minatore a Carbonia. Leonello Lupini si arruolò in Polizia. Luigi Petrini tornò a fare il contadino-mezzadro. Pietro Vergari fu congedato, per malattia, nel febbraio 1945, dopo Bastogi.

Ruggero Lupini

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