Ampio dibattito intorno all'interpretazione etimologica del toponimo. E le sorprese non mancano

Ecco tutto quello che c'è da sapere sul Monte Cucco

 

 

Costacciaro - I tentativi di interpretazione etimologica del toponimo Monte Cucco sono sempre stati sporadici, e, perlopiù, condotti con metodi alquanto discutibili. Nel 1671, ad esempio, il nobile fabrianese Tommaso Agostino Benigni, in un discorso tenuto all'Accademia dei Disuniti, successivamente raccolto in uno scritta (cfr. Benigni, T. A., Relazione sulla visita nella grotta di Monte Cucco del 28/7/1670, Tipografia Economica, Fabriano, 1922), così diceva sull'origine dell'oronimo (nome di montagna) Monte Cucco: "… E perciò vogliono alcuni che il nome proprio e congruo sia di monte cavo o monte cupo ma che poi di presente con un nome corrotto monte Cucco si chiami...". In realtà, l'oronimo Monte Cucco (che conosce antiche varianti scritte, tanto altomedioevali, Monte Cucho [anno 998], quanto, e con assai maggiore frequenza, del basso Medioevo: Mons Cucchus, Mons Chucchus, Montem Cucchiu[m], Montem Cuccum, ecc.), abbastanza ricorrente nella toponimia italiana (anche nella forma contratta Moncucco, e diminutivo‑sincopata Moncùccolo), pare doversi ricondurre ad un tema mediterraneo *kukka, 'punta' (cfr. Devoto, G., Avviamento alla etimologia italiana. Dizionario etimologico, Dizionari Arnoldo Mondadori Editore, Verona, 1990, p. 484). Altri, pensa, invece, che questa base ricostruita indicasse piuttosto una cupola', ossia 'un'altura di forma rotondeggiante' (cfr. Battisti, C., Sostrati e parastrati nell'Italia preistorica, Archivio per l'Alto Adige; 1959, p. 32.). Questa seconda interpretazione pare assai più aderente ai lineamenti geomorfologici del nostro Monte Cucco. E' sorprendente notare come taluni abitanti del paese marchigiano di San Donato identifichino il Monte Cucco con il nome, completamente differente, di Monte Testa Grossa. In un documento fabrianese del 1491, mostratomi dal rigoroso storico professor Luigi Galassi, di Fossato di Vico, Monte Cucco era citato come: "Monte Cucco o vero Monte Grande". Grande ed imponente appare, effettivamente, il dirupato fianco orientale del Cucco, che si staglia, maestoso, oltre l'estremo limite nordoccidentale della conca di Fabriano.

E. Puletti