Ecco la vera storia del termine pascolo

 

 

Costacciaro ‑ La prima attestazione certa del toponimo costacciarolo "pascolo", uno fra i primi riscontrabili in documenti archivistici, compare nelle "Carte di Fonte Avellana", all'interno di un atto di "quietatio", vale a dire "di quietanza, di pagamento", datato 7 ottobre 1277. "Don Raniero priore del monastero di Insula Filiorum Manfredi (l'attuale "Badia"), riceve da Bartolo Benvenuti di Costacciaro, pagante per sé e per suo fratello Ugolinello, 20 denari ravennati e anconitani, come pensione dei 10 anni futuri per l'enfiteusi su una pezza di terra ubicata nel comitato eugubino, all'interno della curia del castello di Costacciaro, nel luogo definito "Pasculum" (cfr. Ettore Baldetti [curatore], "Carte di Fonte Avellana", vol. VI, Fonte Avellana, Centro di Studi Avellaniti 1994, p.152, doc. n°. 1087). Tale nome locale sembrerebbe, a tutta prima, di significato assolutamente trasparente: "distesa erbosa destinata alla pastura del bestiame": Il toponimo "Pascolo" potrebbe, tuttavia, anche risalire al nome proprio di persona medioevale "Pascolus", riscontrabile, ad esempio, nelle stesse "Carte di Fonte Avellana", per l'anno 1236: "Pasculus de Fossu(m)bruno". Nel nostro caso, si potrebbe, così, anche ipotizzare come tale nome di persona indicasse un antico proprietario della succitata zona. Presso lo storico vocabolo rurale "Pascolo" sorge, oggi, un'elegante e funzionale struttura ricettiva che fa dell'eccellente ristorazione: la Country house "Villa Pascolo". Insomma, par di capire, niente nasce a caso e tutto ha una sua storia.

E. Puletti