Piena luce su un fatto di 88 anni fa

Un salvataggio miracoloso

 

 

COSTACCIARO ‑ La recentissima tragedia della carretta del mare, recuperata nello Ionio, e su cui avrebbero iniziato un ennesimo viaggio della speranza, destinazione Italia, trenta extracomunitari, sei dei quali sopravvissuti, sei morti, mentre, altri diciotto, dispersi, richiama un’altra tragedia del mare. Il dramma in questione, di ben più vaste proporzioni, rivaleggiando, addirittura, con quello del Titanic, ma di natura e significato non troppo dissimili da quello appena accaduto, si verificò circa 88 anni or sono. II 28 maggio 1914, infatti, uno “steamer”, cioè un piroscafo inglese, che si chiamava RMS (“Royal Mail Steamer”), “Empress of Ireland” (‘Imperatrice d’Irlanda’), mollati gli ormeggi dal porto di Québec, in Canada, per far rotta su Liverpool, in Inghilterra, dopo appena 9 ore e 42 minuti di navigazione nel Golfo del Fiume San Lorenzo, per la fittissima nebbia, all’una e 20 del mattino del 29 maggio, entra in collisione con la nave da carico norvegese Storstad, stracolma di carbone, ed affonda, con il suo carico di ben 1.477 uomini, in appena 14 minuti. 1.012 persone muoiono sùbito, e, fra esse, 134 bambini. 465 sopravvissuti fluttuano, per ore, nelle gelide acque del Fiume San Lorenzo, prima di essere tratti in salvo: almeno sei di loro sono italiani, tre milanesi, due umbri e un marchigiano. Nella carcassa del piroscafo, adagiato a una profondità di circa cinquanta metri, alcune immersioni hanno tristemente rilevato la presenza degli scheletri di circa ottocento persone. Fra gli Italiani, scampati alla morte, vi furono, almeno: Pierpaoli Domenico di Sassoferrato, Emilio, Carolina e Josephine Braga di Milano, Nazzareno Lupini di Ràncana di Costacciaro, e Paolo Morelli di Villa Col de’ Canali di Costacciaro. Di ritorno dal Canada, dove erano andati a cercare lavoro, chi, forse, per la chiamata alle armi (l’Italia stava per entrare in guerra!), chi, probabilmente, per un rimpatrio forzato, tali naufraghi furono ricuperati, dopo un paio di giorni passati “in balia delle onde”, distesi sopra una porta di legno del piroscafo, usata come zattera. Il non irrilevante numero d’Italiani, che, a partire dal XIX secolo, era emigrato in Canada, alla ricerca di lavoro, s’interrompe, quasi totalmente, nel 1914, sia per lo scoppio della I guerra Mondiale, sia per lo sgomento suscitato da quest’immane tragedia.

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