Un capoluogo, tre frazioni e tante case sparse

 

 

COSTACCIARO – All'interno del suo territorio comunale, esteso su una superficie pari 41,30 km2, Costacciaro annovera tre principali frazioni Storiche. Per frazioni storiche s'intende qui il fatto che tali abitati fecero parte, sin dall'origine, del castello di Costacciaro ("Castrum Collistacciarii"), in qualità dì "ville" del territorio di sua giurisdizione, o "curia". Dal punto di vista geografico; solo tre frazioni presentano le caratteristiche di centro abitato, poiché possono "vantare" almeno un luogo di raccolta degli abitanti (chiesa, piazza, bar, ecc.). Esse sono, in ordine di grandezza e di numero d'abitanti: Villa Col de' Canali (con Pie' la Rocca), Costa San Savino (con Ferba) e Ràncana. Villa Col de' Canali conta 263 abitanti, mentre Costa e Ràncana ne annoverano, rispettivamente, 139 e 63. L'insediamento umano nel borgo pedeappenninico di Costacciaro (m 567 slm), d'origine sicuramente antichissima, forse addirittura protostorica, ha, poi, conosciuto recenti nuclei d'espansione, corrispondenti alle località Calcinaro-Fossa Secca-Borgo San Rocco, le quali raccolgono una popolazione complessiva di 238 abitanti, una cifra che rende questo stanziamento uno dei più popolosi dell'intero Comune. A fronte d'una popolazione complessiva di 1289 abitanti (di cui 350 vivono nel centro storico), il Comune di Costacciaro mostra un insediamento "accentrato", di tipo "urbano", che assomma a circa 1'85 per cento del totale, mentre l'insediamento di tipo "sparso" raccoglie il restante 15 per cento degli abitanti del Municipio. L'esistenza di Villa Col de' Canali (559 m slm), che sorge su di un conoide di deiezione, è attestata, da documenti d’archivio, sin dà XIV secolo, anche se piccoli nuclei di popolazione dovettero sicuramente impiantarvisi,  sin dall'età del bronzo ed in epoca umbra, attorno ad un "castelliere" d'altura, prima, e, poi, durante l'epoca romana, in corrispondenza d'una villa. Una tradizione orale popolare vuole che a fondare Costa San Savino (m 599 slm) fossero gli scampati alla distruzione, bellica della "statio" romana di Ad Ensem (l'odierna Scheggia, nel racconto denominata "Città Sanìa"), distruzione dovuta alla discesa di popolazioni di ceppo germanico tra i secoli V e VIII. Costa San Savino è, però, storicamente documentata solo a partire dal Mille. A quell'epoca, vi sorgeva, infatti, una chiesa intitolata a San Savino, da cui deriva il nome attuale del centro. Sappiamo, poi, che nel1262 vi nacque il Beato Tomasso Grasselli, del quale si conservano tuttora parte delle strutture murarie della casa d'abitazione. Il nome di Costa allude affatto che essa sorge "in costa",vale a dire sul fianco declive di una montagna. La fondazione di Ràncana  (m 625 slm) è un poco più tarda; essa dovrebbe, infatti, essere sorta attorno ad una dimora di caccia dei Montefeltro, duchi d'Urbino: il Palazzo Lupini. Poco resta di tale palazzotto fortificato: alcuni portali, antichi fondaci, ed il resto mutilo della torre di guardia. Il Palazzo Lupini doveva controllare una vasta tenuta di caccia, che, dal verbo latino "venare", cioè "cacciare",  dovette prendere il nome di Venara. Nel vocabolo rurale Venara sorge, infatti, una piccola abitazione del XVI secolo, che ha tutta l'aria d'essere stata una "casina di caccia". Il nome Ràncana è collegato a "ranco", porzione di terreno disboscato, arso e dissodato in vista della messa a coltura.

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