Silvana Tomassoni riscopre il passato di Costacciaro

Archivista a caccia di storia

Documenti antichi ritrovati per caso. Alcuni esempi di storici titoli di credito scoperti dalla Tomassoni in un ritrovamento casuale

COSTACCIARO ‑ Non pensava certo di fare una scoperta di notevole interesse storico Silvana Tomassoni, in un assolato giorno dell'agosto 1989. Archivista, lavoro e casa a Perugia, è andata a Fossato di Vico per motivi d'ufficio e nel tornare a casa s'è fermata a Costacciaro. Il paese appenninico ai piedi del monte Cucco è il suo luogo natale, cui è legatissima, qui vivono i genitori, dal 1990 al 1995 ne diventerà sindaco. La giovane archivista s’avvicina a casa dei suoi e, passando davanti alla chiesa della Bianca, adiacente all'abitazione dei Tomassoni, dalla porta aperta intravede mucchi di fogli e documenti accatastati alla meglio. Per un attimo dimentica la meta del viaggio, l'istinto professionale ha il sopravvento ed entra nella sacrestia. L'occhio addestrato quotidianamente le fa notare le coste di alcuni registri che emergono dai pacchi polverosi: il colore, anche se sbiadito, li qualifica senza ombra di dubbio come ottocenteschi. Ogni epoca, racconta Tomassoni, produce registri e documenti che anno un certo tipo di colore e di fattezze, e ad occhio ne permettono una datazione approssimativa. Dimentica dei genitori, della famiglia che l'aspetta a Perugia, di ogni dimensione di tempo e di spazio, inizia a scartabellare. Molti studiosi e archivisti sostengono che talvolta, nel rapporto con i documenti, intervengono fattori misteriosi, che sfuggono ad ogni criterio di ricerca scientifica: vi sono casi in cui i documenti ti vengono quasi incontro, come se personaggi e fatti, che non ci sono più, ma hanno lasciato le loro tracce, ti cercassero, per non essere dimenticati, e raccontarti la loro storia. Se questo sia vero, o se piuttosto Silvana Tomassoni sia la persona giusta capitata al momento giusto, è difficile dire. Ma una storia incredibile si snoda tra le mani della giovane archivista in quel giorno dell'agosto 1989, ed è quella della "Banca Popolare subappenninica di Costacciaro", che operò tra il 1885 e il 1938, per estinguersi nel 1939. L’emozione di Tomassoni è forte, pari alla curiosità: molto legata alle vicende della terra d'origine, conoscitrice anche per carattere e professione della storia locale di Costacciaro, mai ha sentito dire che qui vi è stata una banca locale, legata per nome al paese. Mai i numerosi libri di storia locale che sono usciti nel corso degli anni hanno fatto qualche cenno a questa banca. Ma le carte che le stanno passando per mano non lasciano ombra di dubbio, vi sono anche i libretti al portatore, ormai privi di qualsiasi valore, appartenenti a persone tuttora viventi, che la giovane conosce benissimo. Il valore documentario e storico dei documenti ritrovati è fuor di dubbio, Silvana Tomassoni svolge una breve indagine per capire come l'archivio di una banca non più operante da quarant'anni sia all'improvviso ricomparso è in un posto che pare fuori luogo, la sacrestia di una chiesa. Appura che i giovani del paese, con la parrocchia, hanno organizzato una raccolta di carta, da vendere come carta da macero, per devolvere il ricavato in beneficienza. A donare le carte ai giovani l'ultima, in ordine di tempo, erede della casa dove erano custodite, finite in una soffitta bisognosa di ristrutturazione. Immediatamente attiva la prassi che la legge impone in questi casi. Avverte del ritrovamento l'allora Sovrintendente archivistico per 1'Umbria, Luigi Londei, e di qui inizia, in tempi molto rapidi, la trafila. Dopo pochi giorni, il 19 settembre, arriva il telegramma che informa ufficialmente

A volte il caso mette nelle condizioni di fare importanti scoperte Come salvare carta preziosa destinata al macero

PERUGIA ‑ Capita, a volte, che vecchie carte, documenti che raccontano antiche storie, vengano rinvenute quasi misteriosamente, per vicende che sembrano essere lontane da ogni criterio scientifico. Se a fare il ritrovamento è una persona colta e sensibile, che con i documenti lavora per mestiere, le carte emergono dal buio nel quale sono state per anni, a volte per secoli, e spesso si dimostrano importanti per la ricostruzione di un pezzo di storia. Sembra, questo, il caso del fortuito ritrovamento, dell'archivio della banca popolare cooperativa subappennina di Costacciaro. Un giorno dell'agosto 1989 Silvana Tomassoni, archivista, per andare a trovare i suoi genitori, passa davanti alla sacrestia della chiesa della Bianca. La porta è aperta, Tomassoni intravede delle carte ammucchiate, la curiosità professionale ha il sopravvento, la competenza le permette di capire, dalle costole di vecchi registri, che i documenti risalgono all'Ottocento. I fogli ammassati sono stati raccolti dai ragazzi del paese, per essere venduti come carta da macero e devolvere il denaro ricavato in beneficienza. Tomassoni ha fatto la sua scoperta appena in tempo per impedire la distruzione di quella che si rivelerà una documentazione assai importante. Nessuno, in paese, ricorda 1'esistenza della banca, fondata nel 1895 ed estinta nel 1938. Silvana Tomassoni avvia la prassi che la legge impone in questi casi e contemporaneamente inizia un'indagine appassionante su un pezzo di storia dimenticato.


il sindaco, il parroco e il presidente della Pro loco, che peraltro sono già al corrente del ritrovamento, tanto che l'archivio della banca di Costacciaro è già stato messo in salvo, seppure all'ultimo minuto. Funzionari della Soprintendenza prendono in consegna tutte le carte, che vengono trasferite a Perugia per essere riordinate e inventariate. Ma parallelamente a questo inizia l'indagine personale di Silvana Tomassoni, ed è come aprire una serie di scatole contenute l'una dentro l'altra, ognuna delle quali svela una parte del mistero, e porta sempre più vicino alla verità. Nessuno pare ricordarsi dell'esistenza, se non lunga neppure brevissima, della Banca popolare cooperativa subappennina di Costacciaro, neanche le persone ancora viventi che, i documenti parlano chiaro, hanno usufruito dei suoi servizi. Quale scherzo della mente umana determini questo è docile spiegare. Forse nessuno ha dato importanza all'esistenza della piccola banca quando era attiva, né vi è stato chi ne ha capito l'importanza sotto molti punti di vista, non solo quello economico e pratico, in prospettiva storica, quando la banca ha cessato di esistere. Ma a parlare, questo un archivista, uno storico, lo sanno bene, spesso sono i documenti. E quello che pare essere 1'archivio se non integro corposo della banca narra uno spaccato interessante di storia, non solo locale. La banca nacque per volontà di alcuni cittadini di Costacciaro, nel 1895, sostituendosi alla locale agenzia della Banca Popolare di Gubbio. L’iniziativa parte da Luigi Aliberti e Luigi Sciommer, due maggiorenti del luogo, da don

Rita Boini

Giuseppe Bartoletti, sacerdote e studioso di cultura locale, e dal medico condotto, il dottor Gustavo Galasso. Il fine principale è quello di "procacciare il credito ai propri soci col mezzo della mutualità e del risparmio". Ma la banca dimostra subito molta attenzione agli aspetti sociali, istituisce una società filarmonico-drammatica, non solo per lo svago e 1'intrattenimento della gente del paese, ma anche per offrire occasione di crescere culturalmente ai giovani, crea la gestione di una attività commerciale e agricola di consumo, che è rivolta anche ai non soci della banca. Insomma il suo scopo non è il profitto, ma l'aiuto in molti campi, una sorta di quella che noi oggi chiameremmo "banca etica". La banca era un punto di riferimento non solo per Costacciaro, ma anche per Scheggia e Sigillo. Ma il ritrovamento dell'archivio, la curiosità, la sensibilità professionale di Tomassoni, forse aiutata da qualche misterioso fattore che la logica e la ragione difficilmente potranno spiegare, ci hanno reso documenti che, oggi, per noi, hanno uno straordinario valore. Intanto questo archivio è uno dei pochi archivi di istituti di credito soppressi giunti fino a noi. Infatti in genere, in seguito a soppressioni o a incorporamenti in altri istituti, le carte delle banche venivano trascurate e disperse. Questo archivio ci fornisce uno spaccato storico di notevole interesse, attraverso queste carte è possibile studiare e ricostruire un pezzo di storia non solo di Costacciaro. La sua vita, infatti, attraversa periodi storici importanti, come quello dell'emigrazione in massa dalle zone in cui la banca opera, un conflitto, la prima guerra mondiale, il ventennio fascista. La sua vita è destinata a cessare appena prima del secondo conflitto mondiale, le leggi del 1938 non le consentono più di vivere. Ma i documenti, ora ben riordinati e custoditi all'Archivio di Stato di Perugia, sono a disposizione degli studiosi, e possono raccontare ancora molte storie, riservare sorprese di notevole interesse. Silvana Tomassoni ha studiato e pubblicato l'inventario dei documenti, in un volumetto edito dalla Soprintendenza archivistica dell'Umbria e dal Comune di Costaccíaro, "Larchivio della Banca popolare cooperativa subappenninica di Costacciaro". Ha vissuto intense emozioni, racconta, quando ha trovato l'archivio. Per tutto il periodo in cui se ne è presa cura, ne ha fatto l'inventario, lo ha pubblicato, ha letteralmente convissuto con con le carte, con le vicende che esse narravano, quasi come se si fosse trovata all'interno di esse, come se ne fosse stata una protagonista. Adesso quella vicenda appartiene al passato, per lei è semplicemente uno dei volumi che ha pubblicato, custodito in un ripiano della libreria di casa. Ma il suo mestiere è fare l’archivista, lo fa con passione, chiusa una vicenda ne comincia un’altra, altri archivi sono passati da allora nelle sue mani. Non lo ammette, Silvana Tomassoni, forse neanche con se stessa, ma sentendo i racconti di ritrovamenti successivi ci si chiede se veramente a volte le carte non vengano in qualche modo incontro alle persone che sanno capirle. Quello che Tomassoni tiene a raccomandare, invece, è che chi si trova in casa vecchi documenti prima di disfarsene verifichi che non abbiano qualche importanza, se necessario chiedendo il parere di esperti. II rischio, in caso contrario, è di gettare nell'immondizia un pezzo di storia.